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domenica 6 marzo 2016

DUALCHI(NU) LA MURAGLIA MEGALITICA DI FRENUGARZU



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Muraglia preistorica di Frenegarzu -
di MARCELLO CABRIOLU
Prot. Soprintendenza BBSSAA SS
            Premessa
Il paesaggio inquadrato[1] nella presente scheda trova origine geologica durante il ciclo vulcanico, ad affinità alcalina, transazionale e sub alcalina, del Plio-Pleistocene. La base rocciosa si costituisce di basalti alcalini e transazionali, basaniti e trachibasalti, andesiti basaltiche originatisi tra 0,14 e i 5,3 milioni di anni fa[2]. Il terreno si presenta costituito da rocce affioranti e suoli a profilo A-R poco profondi, franco argillosi, permeabili, neutri, saturi[3] dove si auspicano un ripristino e conservazione della vegetazione naturale accompagnati da una riduzione o eliminazione del pascolamento. Il monumento oggetto della segnalazione si trova ad una quota di circa 340 mt s.l.m. in prossimità della sponda destra del Rio Murtazzolu. Dista circa 165 mt dal Nuraghe Ponte, il quale si pone con azimuth di 37° rispetto al nostro monumento.
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Muraglia preistorica Sa Mandra Manna

Indagine al suolo
Per l’indagine del suolo, tenendo presente che il terreno risulta sgombro da recinzioni e da indicatori di confine, si è proceduto ad una ricognizione di superficie di tipo asistematico corredata da fotografie. Avanzando sul terreno lungo strisce stabilite con orientamento Est - Ovest, valutando sul posto le strutture evidenti, si è proceduto all'indagine e allo sviluppo dello studio.

Fittili
Dato il parziale interramento delle strutture non è stato possibile rinvenire elementi in superficie ad eccezione di diversi grumi argillosi.

Il contesto
La regione denominata Murtazzolu, irrigata dall’omonimo rio a carattere costante e regolare, vede la presenza di svariate testimonianze caratterizzanti una forbice temporale compresa tra la facies di Monte Claro e l’epoca imperiale. L’aspetto eneolitico di alcuni monumenti, quali quello della muraglia in esame[4], è evidenziato da un confronto formale con il recinto-torre di Monte Baranta di Olmedo (SS)[5] e con la muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS)[6].
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Complesso di Belveghile
L’analisi edilizia della struttura di Frenugarzu rivela un paramento a “sacco”, in basalto bolloso, dove l’opera muraria si mostra megalitica poligonale. Le parti a vista della muratura sono caratterizzate da macigni poligonali megalitici disposti quasi in file orizzontali irregolari mentre il riempimento è formato da pietrame minuto senza elementi intermedi di raccordo. Lo spessore murario varia dalla misura media di 2 mt. sino ai 5 mt. rilevati in prossimità dei due ingressi, quasi appaiati, segnalati da precedenti lavori[7].
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Muraglia preistorica di Monte Baranta
L’analisi edilizia del recinto-torre di Monte Baranta di Olmedo (SS) mostra un’opera muraria costituita da pareti unite da un riempimento di pietrame[8]. Anche in questo caso i megaliti poligonali sono stati posati in filari orizzontali spesso irregolari ottenendo uno spessore variabile dai 4 mt. ai 6,50 mt. La muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS) è costituita a doppio paramento di massi poliedrici con intercapedine di pietrame, la cui larghezza varia da 2,40 mt a 10 mt. Allo stato attuale delle ricerche si può asserire che tutti questi monumenti presi in esame presentano dei corridoi-accessi, ricavati nella massa muraria, di sezione trilitica. La muraglia di Frenugarzu, allo stato attuale delle ricerche, presenta due accessi dove l’alzato è costituito da blocchi con faccia a vista sub rettangolare, sormontati da possenti architravi, alle spalle dei quali si sviluppano dei corridoi coperti da piattabande. Il recinto torre di Monte Baranta-Olmedo (SS) presenta anch’esso due ingressi di luce rettangolare, sormontati anch’essi da poderosi architravi, seguiti da piattabande accostate allo scopo di coprire i corridoi sottostanti.
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Incisioni astiformi
La muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS) presenta due ingressi di luce rettangolare, uno dei quali sormontato da un poderoso architrave con faccia a vista appiattita[9]e l’altro coperto a piattabanda da lastroni ben lavorati. In buona sostanza, attraverso un confronto figurativo dei monumenti e delle loro caratteristiche, risultano evidenti svariate similitudini costruttive. In virtù di tali similitudini possiamo provare a considerare i dati conosciuti relativi al monumento di Olmedo e a quello di Tula, per cercare d’inquadrare cronologicamente la muraglia di Frenugarzu nella facies di Monte Claro. Possiamo ancora considerare un altro dato conosciuto, individuato nel corridoio B della muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS), ovvero gli svariati blocchi sub-rettangolari con incisioni lineari astiformi, già confrontati iconograficamente con associazioni di motivi lineari e coppelle, ricorrenti in alcune ceramiche e pesi da telaio di cultura Monte Claro di Biriai (Oliena)[10]. Tale dato infatti, motivo della presente segnalazione, si rileva anche nell’ingresso A della struttura di Su Frenugarzu di Dualchi (NU), quello sormontato da un poderoso architrave con faccia a vista appiattita.
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Incisioni astiformi
Le numerose incisioni lineari astiformi compaiono, allo stato attuale delle ricerche, in un elemento sub-rettangolare posto subito in basso a sinistra rispetto a chi entra, nel terzo blocco a destra sempre rispetto a chi entra e ancora sulla facciata superiore dell’architrave, tutti casi nei quali esse si mostrano raggruppate in bande orizzontali. Se sinora questa manifestazione culturale è stata documentata esclusivamente al Nuraghe Losa di Abbasanta (OR) e alla muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS), la presenza in questo contesto offre maggiori elementi di spunto per eventuali riflessioni sulla diffusione delle incisioni come abitudine espressiva di popolazioni di cultura Monte Claro.


[1] (Sedilo – Foglio n°206 I SE),
[2]              S.Barca, L.Carmignani, G. Oggiano, P.C. Pertusati, I. Salvadori, Carta geologica della Sardegna scala 1:200000, (a cura di) Comitato per il coordinamento della Carta Geologica e Geotematica della Sardegna,
[3] A. Aru, P. Baldaccini, G.Delogu, M.A.Dessena, S.Madrau, R.T. Melis, A. Vacca, S. Vacca, Carta dei suoli della Sardegna scala 1:250000 (a cura di) Selca Firenze 1990
[4] A.Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine – Planargia, Carlo Delfino Editore, Sassari 1998, pagg. 651-652
[5] A. Moravetti, Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Carlo Delfino Editore, Sassari 2000 pag. 14
[6] BASOLI Paola, DORO Luca, Il sito fortificato di Sa Mandra Manna (Tula-SS) nel quadro del megalitismo e dei successivi sviluppi culturali, in Atti della XLIV riunione scientifica – La preistoria e la protostoria della Sardegna, Cagliari, Barumini, Sassari, 23-28 novembre 2009, vol. II, I.I.P.P. Università degli studi di Cagliari, Centro Interdipartimentale per la preistoria e la protostoria del Mediterraneo, pp. 601-606
[7] A.Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine – Planargia, Carlo Delfino Editore, Sassari 1998, pagg. 651-652
[8] A. Moravetti, Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Carlo Delfino Editore, Sassari 2000 pag. 38
[9] BASOLI Paola, DORO Luca, Il sito fortificato di Sa Mandra Manna (Tula-SS) nel quadro del megalitismo e dei successivi sviluppi culturali, in Atti della XLIV riunione scientifica – La preistoria e la protostoria della Sardegna, Cagliari, Barumini, Sassari, 23-28 novembre 2009, vol. II, I.I.P.P. Università degli studi di Cagliari, Centro Interdipartimentale per la preistoria e la protostoria del Mediterraneo, pp. 601-606
[10] E. Castaldi, Sa Sedda de Biriai, Roma 1999, pag.263, tav XXV, n°6

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