Prot. Soprintendenza BBSSAA SS
Premessa
Il
paesaggio inquadrato[1]
nella presente scheda trova origine geologica durante il ciclo vulcanico, ad
affinità alcalina, transazionale e sub alcalina, del Plio-Pleistocene. La base
rocciosa si costituisce di basalti alcalini e transazionali, basaniti e
trachibasalti, andesiti basaltiche originatisi tra 0,14 e i 5,3 milioni di anni
fa[2].
Il terreno si presenta costituito da rocce affioranti e suoli a profilo A-R
poco profondi, franco argillosi, permeabili, neutri, saturi[3]
dove si auspicano un ripristino e conservazione della vegetazione naturale
accompagnati da una riduzione o eliminazione del pascolamento. Il monumento
oggetto della segnalazione si trova ad una quota di circa 340 mt s.l.m. in
prossimità della sponda destra del Rio Murtazzolu. Dista circa 165 mt dal
Nuraghe Ponte, il quale si pone con azimuth di 37° rispetto al nostro monumento.
Muraglia preistorica Sa Mandra Manna |
Indagine al suolo
Per
l’indagine del suolo, tenendo presente che il terreno risulta sgombro da
recinzioni e da indicatori di confine, si è proceduto ad una ricognizione di
superficie di tipo asistematico corredata da fotografie. Avanzando sul terreno
lungo strisce stabilite con orientamento Est - Ovest, valutando sul posto le
strutture evidenti, si è proceduto all'indagine e allo sviluppo dello studio.
Fittili
Dato
il parziale interramento delle strutture non è stato possibile rinvenire
elementi in superficie ad eccezione di diversi grumi argillosi.
Il contesto
La
regione denominata Murtazzolu, irrigata dall’omonimo rio a carattere costante e
regolare, vede la presenza di svariate testimonianze caratterizzanti una
forbice temporale compresa tra la facies di Monte Claro e l’epoca imperiale. L’aspetto
eneolitico di alcuni monumenti, quali quello della muraglia in esame[4],
è evidenziato da un confronto formale con il recinto-torre di Monte Baranta di
Olmedo (SS)[5] e con la
muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS)[6].
L’analisi edilizia della struttura di Frenugarzu rivela un paramento a “sacco”,
in basalto bolloso, dove l’opera muraria si mostra megalitica poligonale. Le
parti a vista della muratura sono caratterizzate da macigni poligonali
megalitici disposti quasi in file orizzontali irregolari mentre il riempimento
è formato da pietrame minuto senza elementi intermedi di raccordo. Lo spessore
murario varia dalla misura media di 2 mt. sino ai 5 mt. rilevati in prossimità
dei due ingressi, quasi appaiati, segnalati da precedenti lavori[7].
L’analisi edilizia del recinto-torre di Monte Baranta di Olmedo (SS) mostra
un’opera muraria costituita da pareti unite da un riempimento di pietrame[8].
Anche in questo caso i megaliti poligonali sono stati posati in filari
orizzontali spesso irregolari ottenendo uno spessore variabile dai 4 mt. ai
6,50 mt. La muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS) è costituita a doppio
paramento di massi poliedrici con intercapedine di pietrame, la cui larghezza
varia da 2,40 mt a 10 mt. Allo stato attuale delle ricerche si può asserire che
tutti questi monumenti presi in esame presentano dei corridoi-accessi, ricavati
nella massa muraria, di sezione trilitica. La muraglia di Frenugarzu, allo
stato attuale delle ricerche, presenta due accessi dove l’alzato è costituito
da blocchi con faccia a vista sub rettangolare, sormontati da possenti
architravi, alle spalle dei quali si sviluppano dei corridoi coperti da
piattabande. Il recinto torre di Monte Baranta-Olmedo (SS) presenta anch’esso
due ingressi di luce rettangolare, sormontati anch’essi da poderosi architravi,
seguiti da piattabande accostate allo scopo di coprire i corridoi sottostanti.
La
muraglia di Sa Mandra Manna di Tula (SS) presenta due ingressi di luce
rettangolare, uno dei quali sormontato da un poderoso architrave con faccia a
vista appiattita[9]e l’altro
coperto a piattabanda da lastroni ben lavorati. In buona sostanza, attraverso
un confronto figurativo dei monumenti e delle loro caratteristiche, risultano
evidenti svariate similitudini costruttive. In virtù di tali similitudini
possiamo provare a considerare i dati conosciuti relativi al monumento di
Olmedo e a quello di Tula, per cercare d’inquadrare cronologicamente la
muraglia di Frenugarzu nella facies di Monte Claro. Possiamo ancora considerare
un altro dato conosciuto, individuato nel corridoio B della muraglia di Sa
Mandra Manna di Tula (SS), ovvero gli svariati blocchi sub-rettangolari con
incisioni lineari astiformi, già confrontati iconograficamente con associazioni
di motivi lineari e coppelle, ricorrenti in alcune ceramiche e pesi da telaio
di cultura Monte Claro di Biriai (Oliena)[10].
Tale dato infatti, motivo della presente segnalazione, si rileva anche nell’ingresso
A della struttura di Su Frenugarzu di Dualchi (NU), quello sormontato da un
poderoso architrave con faccia a vista appiattita.
Le numerose incisioni
lineari astiformi compaiono, allo stato attuale delle ricerche, in un elemento
sub-rettangolare posto subito in basso a sinistra rispetto a chi entra, nel
terzo blocco a destra sempre rispetto a chi entra e ancora sulla facciata
superiore dell’architrave, tutti casi nei quali esse si mostrano raggruppate in
bande orizzontali. Se sinora questa manifestazione culturale è stata
documentata esclusivamente al Nuraghe Losa di Abbasanta (OR) e alla muraglia di
Sa Mandra Manna di Tula (SS), la presenza in questo contesto offre maggiori
elementi di spunto per eventuali riflessioni sulla diffusione delle incisioni
come abitudine espressiva di popolazioni di cultura Monte Claro.
Complesso di Belveghile |
Muraglia preistorica di Monte Baranta |
Incisioni astiformi |
Incisioni astiformi |
[1]
(Sedilo – Foglio n°206 I SE),
[2] S.Barca, L.Carmignani, G.
Oggiano, P.C. Pertusati, I. Salvadori, Carta geologica della Sardegna scala
1:200000, (a cura di) Comitato per il coordinamento della Carta Geologica e
Geotematica della Sardegna,
[3]
A. Aru, P. Baldaccini, G.Delogu, M.A.Dessena, S.Madrau, R.T. Melis, A. Vacca,
S. Vacca, Carta dei suoli della Sardegna scala 1:250000 (a cura di) Selca
Firenze 1990
[4]
A.Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine – Planargia, Carlo Delfino
Editore, Sassari 1998, pagg. 651-652
[5]
A. Moravetti, Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Carlo Delfino Editore,
Sassari 2000 pag. 14
[6]
BASOLI Paola, DORO Luca, Il sito fortificato di Sa Mandra Manna (Tula-SS) nel
quadro del megalitismo e dei successivi sviluppi culturali, in Atti della XLIV
riunione scientifica – La preistoria e la protostoria della Sardegna, Cagliari,
Barumini, Sassari, 23-28 novembre 2009, vol. II, I.I.P.P. Università degli
studi di Cagliari, Centro Interdipartimentale per la preistoria e la
protostoria del Mediterraneo, pp. 601-606
[7]
A.Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine – Planargia, Carlo Delfino
Editore, Sassari 1998, pagg. 651-652
[8]
A. Moravetti, Il complesso prenuragico di Monte Baranta, Carlo Delfino Editore,
Sassari 2000 pag. 38
[9]
BASOLI Paola, DORO Luca, Il sito fortificato di Sa Mandra Manna (Tula-SS) nel
quadro del megalitismo e dei successivi sviluppi culturali, in Atti della XLIV
riunione scientifica – La preistoria e la protostoria della Sardegna, Cagliari,
Barumini, Sassari, 23-28 novembre 2009, vol. II, I.I.P.P. Università degli
studi di Cagliari, Centro Interdipartimentale per la preistoria e la
protostoria del Mediterraneo, pp. 601-606
[10]
E. Castaldi, Sa Sedda de Biriai, Roma 1999, pag.263, tav XXV, n°6
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