di Marcello Cabriolu
Ph D.Bacciu
L’area funeraria di San Cosimo, detta anche Sa Grutta de Santu Giuanni, consta di un corpo tombale contornato da un insieme trilobo di menhir. Il corpo tombale, reso in macigni di granito, si apre in direzione S ed è lungo circa 22 mt. La sepoltura mostra un corridoio interno di sezione trapezoidale chiuso da architravi sino alla parte postica. I fianchi vengono resi da macigni sub rettangolari disposti in sette filari per parte, rincalzati da qualche zeppa, mentre la parete di fondo vede quattro filari di massi più grandi a chiudere la sepoltura.
Il prospetto tombale è costituito da un’esedra ampia di conci poligonali resi a prospetto murario. Il principio edilizio di costruzione dell’emiciclo è basato sul muro a “sacco” ed è interrotto solamente in prossimità del portello dove un poderoso architrave delimita l’ampiezza del corridoio. I conci disseminati sul terreno circostante mostrano che la tomba non venne chiusa da un'unica stele gigantesca ma che questa venne resa da almeno due grossi macigni assemblati e posati sopra l’architrave. La “pratza” antistante il monumento è caratterizzata da alcuni bacini cultuali, da un percorso lastricato e da altre strutture inerenti il quartiere funerario, immerso in una platea naturale di grande impatto visivo oltreché collocato in prossimità di un corso d’acqua.
Tre grandi circoli di menhirs sia aniconici che antropomorfi creano una scena di antenati o una “reula” di anime attorno alla sepoltura megalitica. I materiali rinvenuti nell’intorno collocano l’edificazione e l’uso del contesto tra il XV e il XIV sec. a.C.
Come arrivare:
Da Gonnosfanadiga si procede per Guspini sulla SP 126. Si prende il primo bivio a sinistra, poi si svolta a destra verso Arbus, si continua per 2,5 km e si prende una strada sterrata per le cave di sabbia. Dopo m 300 al bivio si svolta a d. poi si prosegue per oltre 200 m.
Bibliografia
G. Ugas, "La tomba megalitica 1° di San Cosimo-Gonnosfanadiga (Cagliari): un monumento del bronzo medio (con la più antica attestazione micenea in Sardegna)", in Archeologia sarda, 1, 1981, pp. 7-20;
G. Ugas, "Gonnosfanadiga (Cagliari) San Cosimo", in I Sardi: la Sardegna dal paleolitico all'età romana, a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 99-101.
Ph D.Bacciu
L’area funeraria di San Cosimo, detta anche Sa Grutta de Santu Giuanni, consta di un corpo tombale contornato da un insieme trilobo di menhir. Il corpo tombale, reso in macigni di granito, si apre in direzione S ed è lungo circa 22 mt. La sepoltura mostra un corridoio interno di sezione trapezoidale chiuso da architravi sino alla parte postica. I fianchi vengono resi da macigni sub rettangolari disposti in sette filari per parte, rincalzati da qualche zeppa, mentre la parete di fondo vede quattro filari di massi più grandi a chiudere la sepoltura.
Il prospetto tombale è costituito da un’esedra ampia di conci poligonali resi a prospetto murario. Il principio edilizio di costruzione dell’emiciclo è basato sul muro a “sacco” ed è interrotto solamente in prossimità del portello dove un poderoso architrave delimita l’ampiezza del corridoio. I conci disseminati sul terreno circostante mostrano che la tomba non venne chiusa da un'unica stele gigantesca ma che questa venne resa da almeno due grossi macigni assemblati e posati sopra l’architrave. La “pratza” antistante il monumento è caratterizzata da alcuni bacini cultuali, da un percorso lastricato e da altre strutture inerenti il quartiere funerario, immerso in una platea naturale di grande impatto visivo oltreché collocato in prossimità di un corso d’acqua.
Tre grandi circoli di menhirs sia aniconici che antropomorfi creano una scena di antenati o una “reula” di anime attorno alla sepoltura megalitica. I materiali rinvenuti nell’intorno collocano l’edificazione e l’uso del contesto tra il XV e il XIV sec. a.C.
Come arrivare:
Da Gonnosfanadiga si procede per Guspini sulla SP 126. Si prende il primo bivio a sinistra, poi si svolta a destra verso Arbus, si continua per 2,5 km e si prende una strada sterrata per le cave di sabbia. Dopo m 300 al bivio si svolta a d. poi si prosegue per oltre 200 m.
Bibliografia
G. Ugas, "La tomba megalitica 1° di San Cosimo-Gonnosfanadiga (Cagliari): un monumento del bronzo medio (con la più antica attestazione micenea in Sardegna)", in Archeologia sarda, 1, 1981, pp. 7-20;
G. Ugas, "Gonnosfanadiga (Cagliari) San Cosimo", in I Sardi: la Sardegna dal paleolitico all'età romana, a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 99-101.
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