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Riprendendo con le leggende sarde, oggi vi raccontiamo quella di una figura chiamata Musca Macedda, un personaggio probabilmente femminile. Secondo le modalità di traduzione della lingua sarda, il termine Macedda (Maghedda e Mahkedda in logudorese e nuorese) dovrebbe derivare dal logudorese "maccellare - fare a pezzi" mentre la variante campidanese traduce il termine musca macedda con "mosca matta".
Si narra che nelle segrete di alcuni castelli, ci fossero racchiusi due forzieri: in uno venivano conservati gli ori e le pietre prezione e nell'altro uno sciame di musca macedda. Se il malcapitato avesse aperto il forziere sbagliato si sarebbe reso colpevole dello sterminio dell'intero suo villaggio e dei 7 villaggi confinanti. Questo aneddoto aveva probabilmente lo scopo di fare da deterrente per chi spesso andava alla ricerca di tesori nei castelli. Sa musca viene descritta come una essere enorme, con grandi e robuste ali e un pungiglione velenoso.
Questa leggenda è diffusa e viene raccontata in diversi paesi della Sardegna e qui vi raccontiamo quella di Iglesias, Trexenta e Lotzorai.
Ad Iglesias si racconta di un frate che chiese aiuto alla popolazione per combattere sa musca, suonando una musica e facendo mettere tutti in tondo in modo da creare un cerchio magico. Con questo stratagemma il frate riuscì a catturare diverse mosche macedda e le rinchiuse in sette botti, portate nelle segrete del castello e ancora li nascoste.
Nel territorio della Trexenta, esattamente al nuraghe Erra, si narra di un contadino che incontrò una bella donna che lo invitò a seguirla sin dentro il nuraghe. La donna era una musca caddina trasformata per attirare poveri malcapitati nella sua trappola. Una volta entrato dentro il nuraghe, il contadino, vide diversi tesori in un angolo e si meravigliò. La donna gli disse di scegliere il tesoro che preferiva per ringraziarlo della disponibilità. Il contadino, vedendo che qualcosa non andava per il verso giusto, scelse due misere campane di bronzo e chiese di aspettarlo lì dentro chè doveva andare a legarle ai suoi buoi e sarebbe tornato. Una volta fuori chiuse in fretta e furia l'ingresso con una grossa pietra impedendo alla musca di uscire e uccidere altre persone. Da questo momento nessuno ha più visto sa musca.
A Lotzorai invece, si racconta del castello della Medusa abitato dalla principessa Locana e dal consorte. Dovuto partire per una guerra, decise di costruire il castello per mettere in sicuro la moglie Locana, la servitù e i tesori in caso di attacchi nemici. Finita la guerra, Locana seguì il marito e lasciò nel castello i suoi averi e temendo che i servi rubassero tutto, decise di nascondere gli ori in due casse, una con i preziosi e una con la musca macedda. I servi, credendo fosse solo una leggenda per non rubare l'oro della principessa, scoperchiarono un baule e capirono che era tutto vero, trovandosi davanti la temutissima musca. Nessuno ebbe la forza di fermarla e iniziò la sua morte e distruzione sino a quando un uomo non trovò il coraggio di unire le forze dei poveri supertiti, ordinando a questi di seguirlo, di mettersi in tondo e ballare sino a formare un cerchio e avvicinarsi sempre più. In questo modo, il cerchio creatosi divenne sempre più piccolo sino alla sua chiusura. In questo momento successe un fatto inspiegabile, tutte le musca caddero al centro della piazza, formando un mucchio di esseri senza vita. Fu in questo istante che venne dato l'ordine di rinchiudere le mosche in sette botti e farle bruciare tre giorni e tre notti.
Dal punto di vista storico, si cerca di dare una spiegazione alla nascita di queste leggende. Si pensa che con l'arrivo dei romani si portino anche le zanzare anofele che con la propria puntura trasmettevano la malaria. Forse tutto nasce da questo...il non riuscire a dare una spiegazione logica ad degli eventi straordinari...
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