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mercoledì 9 novembre 2016

La leggenda di San Martino - L'estate di San Martino (11 novembre)

di Durdica Bacciu

San Martino in un affresco di Simone Martini
Per "Estate di San Martino" siamo soliti indicare i giorni che precedono e seguono l'11 Novembre, giornata dedicata a San Martino di Tours, vescovo e fondatore del monachesimo in Francia. In questi giorni, il clima sembra mite e porta allegria alle persone, per questo motivo viene identificato come estate. Nella letteratura italiana possiamo trovare diversi riferimenti a questo periodo dell'anno, in particolar modo, nei testi di Carducci e Pascoli, senza tralasciare inoltre la tradizionale leggenda popolare intitolata "Mantello di San Martino".

Giotto - San Martino in un affresco di Assisi
...Era una giornata di
Novembre, pioveva e il freddo ti entrava nelle ossa, per questo motivo il cavaliere si avvolse nel suo mantello rosso e continuò a camminare sul suo cavallo. Durante il suo cammino incontrò un povero vecchio tremante, con pochi indumenti addosso e senza mantella per proteggersi da quel freddo pungente. Preso dalla pietà, San Martino, iniziò a pensare come poter fare per dare una mano a quel vecchietto tremante... poteva donargli una coperta? Non ne aveva con se...poteva dargli dei soldi per comprarsi la stoffa? Sfortunatamente non ne aveva con se..".Cosa posso fare?" si chiese con la tristezza nel cuore. Si guardò intorno, in cerca di aiuto, ma non c'era nessuno e si ricordò del suo mantello rosso, cosi pesante e caldo. "Non mi serve tutto questo mantello, è grande per me e pesante" disse San Martino scendendo dal cavallo e sfoderando la sua spada. Si senti un rumore secco di squarcio, uno  strappo si aprì nel mantello e iniziò la sua divisione.


Compiuto il gesto, si chinò al vechietto e disse: "Ecco a voi signore, per uno era troppo", il vecchietto si avvolse in quel tepore, ringraziò e sparì nella nebbia.
Vedendo il vecchietto sparire, il cuore si San Martino si riempì di gioia per l'atto caritatevole, salì sul suo cavallo e continuò per la sua strada. In quel momento, il cielo iniziò ad aprirsi, una piccolo raggio di sole apparve dietro le nubi, la nebbia si diramò e un certo tepore iniziò a scaldare la fredda terra. San Martino fù costretto a levarsi la metà rimasta del suo mantello rosso...

Questa è l'estate di San Martino, leggenda nata per ricordarci il gesto caritatevole di San Martino nei confronti dei più deboli o meno fortunati, gesto che dovremmo fare tutti noi ogni giorno.
Si dice:
“L’estate di San Martino…dura tre giorni e un pochino”

La Festa di San Martino nel resto del mondo:
 - in Germania dà inizio alle Feste di Natale e i bambini organizzano una processione con le lanterne e recitano una filastrocca buon auspicio. 
 - In Italia l'11 Novembre è legato al vino novello bevuto durante allegri banchetti, accompagnato da carne, castagne arrosto e frutti di stagione.

 - In Spagna si usa preparare il pane di San Martino che viene impreziosito con nastri colorati.   


- La festa dei cornuti, è poi, una delle più curiose tradizioni associate alla festa di San Martino. Alcuni studiosi ritengono che questa derivi dal fatto che nel medioevo si svolgevano, in quel periodo dell'anno feste e fiere di animali con le corna. Altri, invece, la associano al potere rappresentato dai copricapo a forma di corna, come le corone o le mitre dei vescovi. Secondo un’altra ipotesi, legata al fatto che in questo periodo si svolgevano 12 giorni di sfrenate feste pagane, durante le quali avvenivano spesso adulteri. Altri ancora pensano che derivi dallo stesso giorno, l’11 Novembre, 11/11, che ricorda il segno delle corna fatto con le mani.

In letteratura:
 di G.Carducci

San Martino

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar

di G.Pascoli 

Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.
 

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