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martedì 17 ottobre 2017

Nuraghe Burghidu - Ozieri

di Marcello Cabriolu
Ph D. Bacciu

Il nuraghe complesso Burghidu sorge nel comune di Ozieri.
La letteratura lo indica come quadrilobato ma ad un'osservazione area dal 2014 sino al giorni nostri si può cogliere il profilo di un bastione trilobato addossato ad una torre principale di almeno due livelli. Il litotipo costruttivo è un'ignimbrite locale prelevata nel sito stesso, costituito da un tavolato lavico, dove si possono cogliere distintamente i punti di cava.
La struttura si compone appunto di un bastione, dall'andamento rettilineo nel fianco SE e NE mentre curvilineo nel fianco W, con residui di torri secondarie, estroflesse, in direzione Nord, Sud ed Est. Il bastione residua solamente al primo livello dove si mostra costituito da megaliti tendenti ad una forma sub rettangolare sia sul fianco occidentale che in quello orientale.
Il lato orientale mostra un'interruzione netta nel punto che in pianta dovrebbe ospitare la torre Est tanto da suggerire l'eventuale presenza dell'ingresso architravato che in origine permetteva di entrare nell'edificio. La torre Nord residua quasi integra con la sua tholos e vi si accede tramite un ingresso esterno architravato di luce trapezoidale. La torre principale si innalza dal bastione per circa 16 corsi di macigni tendenti all'isodomia e disposti su filari ordinati.
Un danneggiamento del paramento murario sul fianco SE ha favorito il dilavamento del "sacco murario" e il crollo di parte del paramento stesso lasciando in condizioni critiche la scala destrorsa e il rifascio. Da questa posizione si è potuto osservare che il secondo livello è costituito da una camera voltata a tholos con un finestrone aperto a SSE, fuori asse rispetto all'ingresso al complesso. Davanti al finestrone passava la scala destrorsa di sezione trilitica che portava dalla camera al primo livello all'apice della struttura. Per problemi di sicurezza e staticità la camera al primo livello risulta non praticabile ed in parte interrata.


 
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durdica bacciu

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domenica 20 novembre 2016

ArcheOlbia - La tomba dei giganti di San Cosimo di Gonnosfanadiga



di Marcello Cabriolu
Ph D.Bacciu

durdica bacciu
L’area funeraria di San Cosimo, detta anche Sa Grutta de Santu Giuanni, consta di un corpo tombale contornato da un insieme trilobo di menhir. Il corpo tombale, reso in macigni di granito, si apre in direzione S ed è lungo circa 22 mt. La sepoltura mostra un corridoio interno di sezione trapezoidale chiuso da architravi sino alla parte postica. I fianchi vengono resi da macigni sub rettangolari disposti in sette filari per parte, rincalzati da qualche zeppa, mentre la parete di fondo vede quattro filari di massi più grandi a chiudere la sepoltura.
durdica bacciu
Il prospetto tombale è costituito da un’esedra ampia di conci poligonali resi a prospetto murario. Il principio edilizio di costruzione dell’emiciclo è basato sul muro a “sacco” ed è interrotto solamente in prossimità del portello dove un poderoso architrave delimita l’ampiezza del corridoio. I conci disseminati sul terreno circostante mostrano che la tomba non venne chiusa da un'unica stele gigantesca ma che questa venne resa da almeno due grossi macigni assemblati e posati sopra l’architrave. La “pratza” antistante il monumento è caratterizzata da alcuni bacini cultuali, da un percorso lastricato e da altre strutture inerenti il quartiere funerario, immerso in una platea naturale di grande impatto visivo oltreché collocato in prossimità di un corso d’acqua. 

durdica bacciu


Tre grandi circoli di menhirs sia aniconici che antropomorfi creano una scena di antenati o una “reula” di anime attorno alla sepoltura megalitica. I materiali rinvenuti nell’intorno collocano l’edificazione e l’uso del contesto tra il XV e il XIV sec. a.C.





durdica bacciu


Come arrivare:  
Da Gonnosfanadiga si procede per Guspini sulla SP 126. Si prende il primo bivio a sinistra, poi si svolta a destra verso Arbus, si continua per 2,5 km e si prende una strada sterrata per le cave di sabbia. Dopo m 300 al bivio si svolta a d. poi si prosegue per oltre 200 m

  

durdica bacciu
Bibliografia
G. Ugas, "La tomba megalitica 1° di San Cosimo-Gonnosfanadiga (Cagliari): un monumento del bronzo medio (con la più antica attestazione micenea in Sardegna)", in Archeologia sarda, 1, 1981, pp. 7-20;
G. Ugas, "Gonnosfanadiga (Cagliari) San Cosimo", in I Sardi: la Sardegna dal paleolitico all'età romana, a cura di E. Anati, Milano, Jaca Book, 1984, pp. 99-101.