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lunedì 28 marzo 2016

Ipogeismo nell'Africa del Nord


Di Marcello Cabriolu
 

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Nonostante il gran numero di piccole tombe presenti nel nord-est del Maghreb, è inverosimile affermare che il Nord Africa sia una zona privilegiata dall’ipogeismo. Alcuni studi sostengono che a tutt’oggi, non ci sono sepolture preistoriche inquadrabili nell’ipogeismo Neolitico o Calcolitico presente nel Mediterraneo occidentale. Quelle prese in esame tramite questo studio sono delle piccole stanze, di forma cubica e solitamente scavate nelle rocce isolate o nei fianchi di rilievi che gli archeologi hanno identificato con  parole arabe: hanout (plurale haouanet: negozi), rhorfa (camera voltata) Biban (porte). 

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Il nome haouanet, sebbene limitato al settori  orientale dell’Algeria caratterizzato da un’intensa occupazione indigena,  è prevalso sul termine hanout.  Nessun hanout (spesso soggetti ad un riutilizzo,il cui sostantivo plurale haouanet  è usato per designare una stanza isolata) ha fornito un indizio per mettere un parallelo cronologico con ipogei del mediterraneo Occidentale.  Considerati i territori costieri più prossimi , soprattutto quelli della Sardegna, della Sicilia e delle isole Baleari, diventa molto probabile l’ipotesi, come vedremo di seguito, che tali haouanet abbiano avuto un’ origine mediterranea e non autoctona. Gli haouanet sono delle piccole grotte artificiali di forma regolare, cubica o parallelepipeda che si aprono verso l'esterno attraverso un portello verticale di piccole dimensioni (circa 0,80 m per 0,50 m lato). 
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L’esterno delle grotte si presenta lavorato con finiture atte ad accogliere il portello di chiusura  o, più raramente scanalature in cui trovava sede una lastra scorrevole o un pannello di legno. A differenza di quanto accade in Sicilia, dove probabilmente gli ipogei erano chiusi da un muro di pietra o di un banco di terra, nessun hanout putroppo ha mantenuto intatta la sua chiusura. In qualsiasi modo, qualunque sia stata la modalità di chiusura, non poteva che essere fatta  dall'esterno;  questa constatazione, considerati i ristretti ambienti interni all’ipogeo i quali non potevano di certo ricevere un corpo allungato,   conferma il carattere funerario di tali contesti. Molto raramente questi ambienti hanno restituito i corredi funerari e i pochi siti si possono contare tra le dita di una mano: Djidiouia, l'isola di La Galite Taza, tutti situati al di fuori della zona di massima concentrazione dove la presenza di corredi di epoca romana  indicano un riutilizzo o un prolungamento tardo delle precedenti tradizioni funerarie. Tuttavia una recente ricerca da M. Ghaki tra gli haouanet della necropoli di Cap Bon  ha rivelato, provenienti dagli  haouanet  13 e 15 del Gruppo II di Sidi Mohamed Latrach delle ceramiche e vasi realizzati al tornio (lekythos, piccole anfore, coppe e piatti e lampade) i quali, secondo alcuni studi, non possono essere anteriori al IV secolo a.C.

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La tipologia di queste tombe è delle più semplici, la forma più comune è data da una stanza che, nelle sue più grandi dimensioni,  raramente supera i due metri cubi e il cui soffitto si eleva meno di un metro dal suolo, l'ingresso presenta generalmente una soglia sollevata rispetto al pavimento della stanza. Una variante di questa tipologia, con nicchie nelle pareti e buche scavate nel pavimento della camera e panche disposte sul lato più lungo, indica, con molta perplessità da parte di chi scrive, delle eventuali influenze puniche. Eccezionalmente si possono osservare, lungo i banconi laterali, delle sculture che sottolineano l’aspetto funerario del contesto (Jbel Sidi Zid). Il soffitto si presenta generalmente di due tipologie: il più comune è quello tabulare ma si presenta pure con volta a botte e con volta tendente ad ogiva dove, secondo alcuni studi,  tale anomalia non è certo intenzionale e dipende dalla natura della roccia in cui la tomba è stata scavata. I soffitti a doppio spiovente, che probabilmente mimano un tetto, non sono molto comuni, né tantomeno delle eccezioni (El Haouri El Guetma, Argoub el Mangoub).  Nel descrivere questi contesti dobbiamo tenere inoltre conto l'esistenza di nicchie, generalmente singole e ricavate nella parete, poste nella parete che fronteggia l'ingresso. M. Longerstay ha rimarcato, per quanto riguarda il contesto di El Guetma, la relazione che intercorre tra la forma della nicchia e quella della volta: quando il tetto è due sezioni, la nicchia ha una parte superiore triangolare, altrimenti la trabeazione orizzontale è associato al soffitto piano. Esternamente, gli houanet, decorati da incisioni e cornicette, sono situati ad un'altezza tale che è necessario utilizzare una scala per accedervi, altri invece sono quasi a livello del suolo, ed è tra questi che si osserva un anticipo di corridoio (Gastel, Jbel Sidi Zid, El Harouri) che non raggiunge quasi mai le dimensioni di un vero e proprio dromos.
Questi haouanet si mostrano spesso associati, talvolta in qualche decina, e disposti lungo falesie (Jbel Mangoub) o lungo uno sperone roccioso (Sidi Mohammed Latrach) o intorno a conglomerati di roccia (El Guetma). Addirittura tali monumenti sono segnalati in blocchi isolati o massi erratici  nei quali   è stato scavato uno hanout (El Kissa, Kef El Blida Sejenane ecc.) di  piccole dimensioni. Un altro tipo di haouanet è costituito da monumenti a camera multipla con sviluppo longitudinale in un banco roccioso

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Le più spettacolari camere riconducibili a quest’ultima tipologia sono quelli di EI Harouri * dove lungo l’asse tra la sala d'ingresso e le successive due camere si sviluppa un soffitto è dotato a doppio spiovente. Forse sottostando a certune regole, alcuni contesti si presentano con  camere sovrapposte richiamando alcuni complessi tombali punici a pozzo. Più sorprendenti sono i monumenti complessi dove le camere si presentano perfettamente sovrapposte in un unico blocco (Uzali Sar). J. Peyras e N. Ferchiou vedono qui l'origine dei mausolei –cippi dell’epoca punica. La questione fondamentale concernente gli haouanet è, naturalmente, quello cronologica. Per  la loro forma, la loro dimensione e i loro raggruppamenti queste sepolture rupestri presentano forti analogie con i ipogei della Sicilia orientale, in particolare quelli di Pantalica e di Cassibile ma, mentre essi appartengono all'Età del Bronzo, nessun elemento di corredo permette, nel caso di haouanet, di avanzare una data così precoce. E 'importante esaminare altri dati che possono contribuire a determinare l'età e l’origine di queste sepolture particolari. Noi dobbiamo in primo luogo esaminare la distribuzione degli haouanet. Sono monumenti singolari e meritano un po’ più di attenzione da parte degli archeologi mentre i monumenti indigeni quali i tumuli e le Bazinas, distribuiti uniformemente in tutta l'Africa settentrionale, Sahara compreso,  gli haouanet sono confinati in un triangolo a nord-est del Berberiè, ad est di una linea passante per Bejaia (Bougie) e l'isola di Djerba. A ovest di questa linea gli haouanet diventano rari e, del resto, sembrano più recenti (Tipasa Taza). Nel vasto triangolo i cui vertici sono candela, il Cap Bon e Djerba, gli haouanet si presentano numerosi soprattutto nel Tell tunisino. Le concentrazioni maggiori si osservano a Kroumirie (Tunisia) e nella Regione di Tarf (Algeria orientale), che di fatto formano un unica regione,  successivamente si osservano sul Massiccio dei Mogods dove si mostrano prevalentemente di calcare, l’ Ansarine a nord di Medjerda. Questa concentrazione, forse la più importante, è separata da Cap Bon dalle basse valli di Medjerda e Wadi Miliane. Al di là, a sud, gli ipogei diventano più rari, il gruppo principale è situato presso il confine algerino-tunisino nella regione di Tébessa. Sulla costa, si possono citare quelli di Monastir (isola Quarantine), Djerba (Oulad Amor) e qualche isolato haouanet.

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