ArcheOlbia guida turistica Olbia archeologia della sardegna


Associazione ArcheOlbia
Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali

Guida turistica - Accompagnatore turistico - Attività didattiche - Corsi di formazione - Progettazione di attività culturali

ArcheOlbia
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“Aprire il passato significa raccontarlo. Alla comunità scientifica sì, ma soprattutto alla comunità dei cittadini cui il lavoro degli archeologi e, più in generale, degli operatori dei beni culturali deve rivolgersi.”.

martedì 18 maggio 2021

Pillole di Basilica - San Simplicio - 12 novembre (1897)

 di Marcello Cabriolu

Pillole di Basilica - San Simplicio

Basilica di San Simplicio in Olbia
"...Lo scavo s'iniziò il 12 novembre (1897), ed ebbi per compagno di lavoro in queste indagini il dr. Demartis, a cui sono sommamente grato per la cortesia che volle usarmi... S'incominciò a frugare dietro la chiesa, sotto il finestrone dell'abside, e precisamente alla distanza di tredici metri dallo spigolo d'un muro moderno in rovina che delimita un appezzamento di terra degli eredi Paolino. Tolto il materiale che ingombrava in parte lo zoccolo dell'abside, e demolite, alla profondità di m.1,50, le pareti di due tombe già aperte da vecchia data, ci troviamo in un'area totalmente occupata da pietre scapole e rottami diversi."
PANEDDA D., 1953, Olbia nel periodo punico e romano, Carlo Delfino Editore, 1987, Sassari.

domenica 16 maggio 2021

Gallura Oggi - Su Monte ‘e S’Abe vandalizzato: disagio giovanile e voglia di affermarsi


 di Durdica Bacciu

su: https://www.galluraoggi.it/olbia-nova-news/monte-e-sabe-vandalizzato-disagio-giovanile-voglia-affermarsi-16-maggio-2021/

L’opinione di Durdica Bacciu.

Da pochi giorni, ho terminato un progetto con il Primo Circolo Scolastico di Olbia, dal titolo “Identità ritrovate”, promosso dal Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano allo scopo di “ritrovare” la storia, l’archeologia e le tradizione del proprio territorio attraverso le linee guida del progetto “Ti racconto un posto”.

Durante tutto il progetto, i bambini della scuola primaria, 7 classi in totale, hanno partecipato attivamente alla riscoperta della loro città, mostrando uno spiccato interesse per l’educazione civica. In particolar modo, durante il progetto che si è occupato dell’acquedotto romano di Olbia, i bambini hanno realizzato dei cartelli sulle regole base per la tutela e salvaguardia dei siti archeologici. Le regole elencate ricordavano quanto sia assolutamente sbagliato salire sui monumenti, quanto sia dannoso per l’ambiente e per il sito l’abbandono delle cartacce o lasciare liberi i cani di fare i propri bisogni e di come sia fortemente non indicato pasticciare o distruggere strutture, regole semplici ma che fanno parte del civile modo di vivere comune.

Tutto questo nasce dalla necessità di riappropriarsi del proprio territorio e del lungo periodo di isolamento al quale siamo stati costretti a seguito di questa pandemia mondiale. In questi anni ho seguito centinaia di ragazzi e numerose scolaresche alla scoperta del territorio olbiese (e non), alla scoperta o conoscenza della sua storia ed ho favorito l’affermarsi della consapevolezza del patrimonio archeologico, con particolare attenzione alla salvaguardia dei beni culturali. Ho cercato di fare questo non perché volessi imporre una mia passione o conoscenza ma in quanto mi è parso importante e doveroso responsabilizzare i ragazzi su ciò che ancora vediamo come fondamentale per il loro avvenire, sia dal punto di vista lavorativo che culturale e identitario. Ritengo che la città di Olbia sia ricca di stimoli e di spunti di ricerca storici i quali andrebbero maggiormente valorizzati.

Ultimamente però noto sempre di più una crescente serie di atti di vandalismo sia nei confronti degli spazi comunali, sia verso le aree culturali, di cui oggi è accaduto l’ultimo episodio, in occasione di “Olbia Sping 2021″ . Ho potuto notare questo solo quando sono andata a visitare la Tomba dei Giganti di Su Monte ‘e S’Abe, situata nelle immediate vicinanze del Castello  di Pedres e raggiungibile alla fine di uno stradello che parte dal terzo chilometro della strada provinciale che da Olbia conduce a Loiri. La regione Casteddu, che ospita appunto la sepoltura, è stata frequentatissima dalla preistoria sino al medioevo. In questa località sorgono appunto, oltre al castello di Pedres e il borgo medievale conosciuto come Villa Pedresa, un nuraghe, un villaggio preistorico di capanne e la tomba a corridoio dolmenico. La sepoltura presenta un corpo lungo circa 28 mt e fa di questa, forse, una delle tombe di giganti più grandi della Sardegna. E’ importante ricordare però che non tutto il corpo allungato è occupato dal corridoio funerario e che quest’ultimo è un po’ più corto. Questa differenza è riconducibile al fatto che la tomba, per come è osservabile ora, è l’evoluzione di una tomba più antica. Un allée couverte o corridoio coperto era la sepoltura originaria, ampliata e inglobata nella tomba dei giganti come testimoniano appunto i rinvenimenti, fatti dall’archeologa Castoldi durante lo scavo condotto nel 1962, inquadrabili dall’Età del Bronzo Antico sino all’Età del Bronzo Recente. La sepoltura originaria era formata da lastre verticali infisse nel terreno e coperte da lastre orizzontali per tutta la sua lunghezza. Una sepoltura insomma dedicata ai personaggi importanti. In un secondo momento la sepoltura viene ripresa e rivestita di filari orizzontali di pietre e viene creata l’esedra, l’arco anteriore alla sepoltura, dotato di sedile e di lastre verticali rivolte con la faccia piana all’esterno.

Da queste poche righe, possiamo capire la grande testimonianza storica e archeologica della nostra tomba. Un sito frequentatissimo tutti i giorni, da turisti di ogni parte del mondo, da locali e dal turismo di prossimità. Un sito tenuto in ordine grazie all’impegno del Comune e dall’ufficio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro – sede distaccata di Olbia. Tutto questo impegno, spesso viene messo a dura prova da atti non proprio di benvenuto verso il visitatore o semplice cittadino, e anche per chi ci crede e continua a promuovere il territorio di Olbia senza nessun interesse personale se non quello di vedere l’apprezzamento e la considerazione la storia e i siti. Per questo motivo mi chiedo il perché del vandalismo verso i cartelli esplicativi del sito? Il pannello didattico relativo alla sepoltura è stato realizzato nella passata gestione dell’Associazione ArcheOlbia, sotto la guida della sottoscritta, nel 2011/2012, compilato in 6 lingue (compreso il russo, predisposto come nuovo flusso turistico nel nostro territorio da diverso tempo).

Il pannello è stato deturpato con firme di vandali, realizzate con bombolette spray di diversi colori e forme, senza poi un vero e proprio motivo ma unicamente per il gusto di pasticciare forse dettato della noia. Spesso penso e posso capire che questi ragazzi abbiano anche voglia di parlare, di gridare, di affermarsi, di farsi sentire…ma certamente non è questo il modo, non possiamo assolutamente accettare una mancanza di rispetto per il bene di tutti causata da una insofferenza personale. Dobbiamo veramente fermarci un attimo a riflettere e ascoltare questa nuova gioventù, diversa dal passato perché rinchiusa in uno schermo senza essere ascoltata, senza potersi affermare se non attraverso una firma. Quella firma non indica un passaggio o una conquista ma un regredire dal punto di vista civile e del rispetto verso il prossimo, in primis verso la storia e verso l’impegno sociale.

Come operatore culturale e archeologa propensa alla divulgazione archeologica, non posso che condannare questi atti ma non posso rimanere indifferente verso un bisogno di voce dei giovani. Basti pensare che in tanti anni che mi occupo della valorizzazione dei siti olbiesi, è la prima volta che vedo i giovani spingersi sino al sito di Su Monte ‘e S’Abe, elemento questo che mostra unicamente una forte voglia di evasione.

giovedì 13 maggio 2021

Direzione Didattica 1° Circolo Olbia: Concorso FAI a.s. 20/21: “Ti racconto un posto”


San Simplicio Olbia

“Identità ritrovate”

Alla riscoperta del patrimonio di storia, arte, natura e delle tradizioni civiche italiane

Gli anni 2020 e 2021 nei libri di storia verranno ricordati come un periodo complesso, segnato da una profonda pandemia da COVID-19 (SARS-CoV-2); un lungo periodo di privazioni individuali e collettive nel corso del quale le attività didattiche sono state caratterizzate da un cambiamento. Tra maestri e alunni, spesso, sono venuti a mancare i rapporti umani, sostituiti dalla “DaD” Didattica a Distanza -Una tecnologia da tanti di noi poco conosciuta-. Eppure, tutti siamo diventati più “tecnologici”, ci siamo dovuti catapultare in questo nuovo modo di fare lezione, basata su una webcam che in maniera quasi invasiva, è entrata nelle nostre case, nelle nostre aule.

A seguito di questo periodo, l’anno scolastico in corso si è prefigurato come un periodo complesso, in cui docenti e studenti hanno dovuto collaborare per ri-costruire un nuovo modo di fare didattica. In questo contesto è stato ancora più determinante il ruolo dei progetti inseriti nella Programmazione Scolastica.

Il nostro Circolo ha aderito al Bando promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano denominato: «Identità ritrovate. Alla riscoperta del patrimonio di storia, arte, natura e delle tradizioni civiche italiane» che invitava le classi a scoprire (e riscoprire) il proprio territorio. L’azione iniziale, per la buona riuscita dei Progetti in concorso, è stata quella di mettere in campo le conoscenze e le competenze degli alunni sapientemente guidati dalla Dott.ssa Durdica Bacciu – Archeologa e Guida Turistica RAS nonché Operatore del Marketing Culturale e Turismo Integrato, che, attraverso sette ambiti tematici, sviluppati all’interno di sette classi, ha approfondito la storia e l’identità di questa città e dei suoi abitanti.

Vi è stato così un susseguirsi di elementi legati all’aspetto culturale-artistico-enogastronomico; a principi di grande valore identitario; ad attività legate all’accoglienza e al rispetto del prossimo, con lo scopo d’infondere negli studenti un senso di appartenenza e una maggiore consapevolezza del proprio patrimonio. 

Gli argomenti trattati sono stati:

  • Olbia attraverso i suoi usi, costumi e tradizioni
  • I suoi personaggi
  • La sua enogastronomia
  • Gli stazzi della Gallura – Rudalza
  • Olbia, attraverso la sua archeologia – Acquedotto Romano
  • La Basilica di San Simplicio attraverso i nostri occhi
  • La marineria antica

Il progetto ha richiesto l’impegno dei docenti, degli alunni, degli esperti esterni per molti mesi. Un particolare ringraziamento va alle famiglie degli studenti che hanno, in questo lasso di tempo, supportato i bambini nelle diverse richieste e attività.

Vi invitiamo a prendere visione dei Progetti… Buona ri-scoperta a tutti!

Aprire link: https://www.ddprimocircoloolbia.edu.it/concorso-fai-a-s-20-21-ti-racconto-un-posto/

https://fondoambiente.it/il-fai/scuola/progetti-fai-scuola/concorsi-per-le-scuole


lunedì 19 aprile 2021

Centro storico di Olbia e le sue iscrizioni - da Dionigi Panedda ad oggi

di Durdica Bacciu
Ph Durdica Bacciu

Iscrizione 1771

Nessuna altra città, antica o non antica, ha cambiato il proprio nome quanto la “città felice”: Olbìa, Fausania, Civita, Terranova, Terranova Pausania sino ad arrivare al nome attuale di OLBIA. Olbìa è il suo nome più antico. Il poleonimo è greco: Olbìa (che viene trasformata in Olbia passando alla lingua latina). Nel lessico greco, Olbìa è il femminile dell'aggettivo “olbios” e significa “felice”, “ricco”, “splendido”. Questa ricchezza è testimoniata anche dalle varie genti che si sono susseguiti nei secoli, che hanno trovato nel territorio olbiese un ottimo scalo per il commercio e i rapporti sociali, a partire dai fenici dell'VIII secolo, ai greci del 630 a.C., passando per i punici e romani, arrivando al periodo aragonese e ritrovando una ripresa della "Città felice" nel XVIII. In questo scritto ci occuperemo dell'edilizia principalmente settecentesca ma troveremo anche delle testimonianze seicentesche.
Oggi, come al tempo del Panedda, non si ha particolare cura per la conservazione e valorizzazione dell'edilizia del centro storico, patrimonio dal grande potenziale ma abbandonato e senza una seria regolamentazione identitaria dal punto di vista architettonico .

1759
Questo ha portato alla quasi scomparsa delle caratteristiche strutture e ad un utilizzo dell'intonaco (e dei colori) al quanto discutibili. 
Una delle caratteristiche identitarie, identificativa della cronologia storica ed edilizia, del nostro centro storico, assolutamente da preservare, è quella delle architravi dotate di iscrizioni poste agli ingressi delle abitazioni, segnali dell'edilizia dei secoli precedenti al XXI. 
Lo scopo di queste iscrizioni era quello di dare una identità alle case e invocare la particolare benevolenza per la famiglia che la occupava. La formula iscrittoria si articola generalmente: iniziali del nome e cognome del proprietario, monogramma di Cristo (IHS) - J(esus) H(ominum) S(alvator) ovvero "Gesù Salvatore degli uomini" e in conclusione l'anno di fondazione dell'edificio. A questa formula generica, testimoniata numerosissime volte in altre località, si integra un solo caso dove l'invocazione è rivolta alla Vergine Maria e si trova attualmente in via Olbìa.
1642

Negli scritti dello studioso Panedda, intorno agli anni Quaranta, si potevano contare circa trenta iscrizioni, mentre negli anni Cinquanta, con la catalogazione di Benito Spano, se ne possono annoverare ventotto (28), infine negli anni ottanta ne residuano diciasette (17) ed oggi ne possiamo ammirare ventidue (22).
"...delle trenta da me lette negli ultimi anni Quaranta, venti epigrafi erano del sec. XVIII; delle ventotto lette dallo Spano, ventiquattro risalivano a quel secolo; oggi le epigrafi superstiti del Settecento, sono dodici..." (Panedda). 

Allo data odierna, in considerazione che tali elementi architettonici testimoniano dei processi storici e degli accadimenti tali da costituire la memoria storica cittadina, si rende necessario monitorare lo stato di conservazione o di scomparsa di tali elementi. Si è compiuta perciò una piccola ricognizione, una catalogazione delle suddette architravi, rilevandone il riferimento urbano, la varietà iscrittoria e annotandone la datazione. Lo scopo di ciò è conservare una traccia architettonica e fornire un semplice strumento di valutazione per i futuri interventi sul centro storico della cittadina.

Censimento in data 25 marzo 2021 a cura di Durdica Bacciu (Archeologa)
  1. Corso Umberto: 1763, 1820 (Panedda)
  2. Via Cavour: 1727, 1759, 1642 (Panedda) 1725 (Bacciu)
  3. Via Garibaldi: 1670, 1723, 1760* (Panedda) *La recente ricognizione ha permesso a chi scrive di leggere la seguente datazione 1766
  4. Via Romana: 1799 (Panedda)
  5. Via Olbia: 1833, 1771,1773, 1769 (Panedda) 1752, 1778, 1763, 1654 (Bacciu)
  6. Via Amsicora: 1744, 1747 (Panedda)
  7. Via Tempio: 1740 (Panedda)
  8. Via Piccola: 1759 (Bacciu)








venerdì 26 marzo 2021

NUOVE DATE - ARCHEOSPRING con ArcheOlbia dall'8 al 16 maggio 2021

 

🌺ARCHEOLBIA con Olbia Spring 🌺
La Settimana del Turismo Attivo (dall'8 al 16 maggio 2021)
Scopri la città di Olbia e il suo territorio con le escursioni di #archeolbia - Prenotazioni e contatti: 3456328150 - 3425129458 archeolbia@gmail.com #archeospring
⚠️ OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE⚠️


PROGRAMMA ARCHEOSPRING 2021:
📌 LUNEDÌ 10 MAGGIO
Escursione guidata alla Tomba dei Giganti Su Monte ‘e S’Abe e Castello di Pedres dalle 10:30-12:30 🌼 17:00 - 19:00
📌MARTEDÌ 11 MAGGIO
Visita guidata presso l’Acquedotto romano di Sa Rughittula - Via Mincio
dalle 10.30 alle 12.30 🌼 17.00 - 19.00
📌MERCOLEDÌ 12 MAGGIO
Visita guidata Isolato punico di Via Nanni e antica Acropoli, oggi San Paolo dalle 10:30-12:30
📌GIOVEDÌ 13 MAGGIO
Visita guidata Mura puniche della città e il loro antico circuito dalle 10:30-13:00
📌VENERDÌ 14 MAGGIO
Visita guidata presso il Pozzo Sacro di “Sa Testa” dalle 10:00-12:00 🌼 17.00 - 19.00
📌SABATO 15 MAGGIO
Visita guidata alla Basilica di San Simplicio e al suo contesto “Funerario” dalle 10:30-12:30

Costi: 5 euro pp