ArcheOlbia guida turistica Olbia archeologia della sardegna


Associazione ArcheOlbia
Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali

Guida turistica - Accompagnatore turistico - Attività didattiche - Corsi di formazione - Progettazione di attività culturali

ArcheOlbia
Piazza San Simplicio c/o Basilica Minore di San Simplicio
07026 Olbia (OT)
archeolbia@gmail.com
3456328150 Durdica - 3425129458 Marcello -
3336898146 Stefano
C.F. 91039880900


“Aprire il passato significa raccontarlo. Alla comunità scientifica sì, ma soprattutto alla comunità dei cittadini cui il lavoro degli archeologi e, più in generale, degli operatori dei beni culturali deve rivolgersi.”.

mercoledì 24 ottobre 2018

San Simplicio di Francesca Bianchi - Giornalista

Di Francesca Bianchi - Giornalista
Alcune immagini della mia visita di due settimane fa alla Basilica minore di San Simplicio, a Olbia, con la preziosa guida di Durdica Bacciu e Marcello Cabriolu.
L’archeologa e guida turistica Durdica Bacciu, Presidente dell'Associazione ArcheOlbia (Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali - Guida turistica - Accompagnamento turistico - Attività didattiche - Corsi di formazione - Progettazione di attività culturali) ha ripercorso la storia di questo importante monumento religioso, dichiarando: “A tutt’oggi non si è in possesso di un documento ufficiale che ne attesti la data esatta di costruzione, ma si suppone che la fondazione della chiesa sia avvenuta tra la fine dell’anno 1000 e i primi decenni del 1100 nella zona definita anticamente come il cimiterio "Sancti Simplicii". L’area, infatti, si sviluppa su una mezza collina, presenta numerose sepolture e alcuni pozzi che abbracciano un arco di tempo che va dall’età orientalizzante (700 a.C. circa) sino all’Alto Medio Evo. Il primo edificio documentato sembrerebbe essere un tempio di epoca romana dedicato a Cerere o Demetra e legato alla figura di Acte, l’amante dell’imperatore Nerone. Probabilmente dalle rovine di questo tempio e dall’uso dei blocchi squadrati dell’antica cinta muraria, i costruttori, utilizzando una fornace per la calce idraulica, costruirono la chiesa originaria.
La prima costruzione doveva essere composta da grossi blocchi di granito impostati a creare un’aula con tre navate coperte da capriate lignee. Forse per un problema strutturale o di un cedimento nella volta della navatella settentrionale, i costruttori impiegarono dei laterizi per rifare la copertura e sopraelevare la chiesa. Diversi studi sembrano concordi nell’ipotizzare che la prima chiesa fosse più piccola rispetto all’attuale basilica e che fosse compresa tra l’abside e la seconda coppia di pilastri interni.
Gli stessi studiosi concordano sul fatto che, tra l’allungamento della chiesa e l’attuale facciata, gli operai abbiano concluso i lavori entro la fine del 1100. La basilica misura 33 mt X 13 mt e ed è alta circa 12 mt, lo spazio interno è diviso appunto in due navatelle e una navata centrale più alta, come si nota osservando la facciata. Lo spazio tra le navate è diviso tra tre coppie di colonne alternate a tre coppie di pilastri quadrangolari.
I capitelli sopra le colonne mostrano delle decorazioni classiche, animali e umane che, insieme alle decorazioni esterne, richiamano l’arte toscana e lombarda dell’epoca. L’abside in origine era affrescato, così come la parte destra, dove ora si colloca l’organo. L’esterno della chiesa è caratterizzato da uno “zoccolo” lungo tutto il perimetro, che si interrompe regolarmente alla base delle lesene. Nel lato meridionale si nota la presenza di due cippi di epoca romana che fanno da base alla prima e alla seconda lesena. Nell’abside, orientata ad occidente, si apre centralmente una finestra monofora a illuminare la chiesa al tramonto, mentre la facciata, orientata a Est, si mostra divisa in tre settori. La parte centrale della facciata mostra un ingresso coronato da un arco a sesto rialzato e ancora più in alto si apre una grande trifora divisa da due pilastrini. La parte più elevata della facciata è decorata con un rombo di quattro catini e una riga di altri quattro i quali, probabilmente in antichità, erano colmati da maioliche. I settori destro e sinistro sono decorati da alcune formelle in marmo bianco ma l’elemento di spicco è un lastra di marmo probabilmente di stile longobardo con scolpita una figura umana e due animali. Infine nel settore in basso a sinistra spuntano dalla facciata un mensolone intero e uno spezzato sui quali si ipotizza potesse poggiare un sarcofago, come nella chiesa di San Pantaleo di Dolianova, oppure l’architrave proveniente dall’antico tempio di Cerere, ora situato a Pisa. Nel fianco lungo posto a sud si apre un ingresso che anticamente era utilizzato come porta Santa. Il ruolo principale della Basilica riguarda il culto degli antichi Martiri: Simplicio, Fiorenzo, Rosola e Diocleziano, probabilmente tra i primi cristiani uccisi in Sardegna dall’imperatore Diocleziano. La presenza delle reliquie e del sangue del Martire, custoditi sotto l’altare, sono a tutt’oggi meta dei fedeli che fin dall’antichità hanno testimoniato la fede in Dio e nel suo discepolo Simplicio" (Durdica Bacciu).
Grazie di cuore, carissimi Durdica e Marcello, per la vostra generosità e per tutto quello che fate per la salvaguardia e per la conoscenza dell'immenso patrimonio storico-archeologico sardo!

domenica 21 ottobre 2018

Museum Tempio Ampurias


di Museum

Il Sistema dei Musei della Diocesi di Tempio-Ampurias ha svolto, anche quest'anno, Ia sua attività istituzionale volta sia alla diffusione della conoscenza dei beni artistici e culturali, sia all'accoglienza dei residenti e dei turisti presso i siti del Sistema, offrendo loro un autentico spaccato delle tradizioni e dei tesori artistici tramandatici.Tutto questo grazie ai collaboratori che con passione rendono fruibili i beni e ai nostri partners che hanno dimostrato grande sensibilità per un tema così complesso riguardante la consapevolezza e la salvaguardia dei beni culturali quali patrimonio della cittandinanza e dell'intera comunità.
Un grande risultato con oltre 30 mila presenze ma specialmente un grande servizio rivolto alla valorizzazione e scoperta dei propri tesori architettonici, storici, storici e archeologici. I visitatori sono stati guidati da oltre venti operatori con professionalità e con sorriso. La solidarietà e la rete è stata la nostra missione. Stiamo cambiando l'approccio verso i beni culturali visti come diffusione di saperi e conoscenza, come nuova risorsa economica. Grazie anche al vostro contributo stiamo realizzando e avremo modo di realizzare, una speranza ed un impegno sociale volto a far conosce i nostri beni culturali e la professionalità dei nostri operatori.
Tutto questo è stato possibile ai nostri partners, fondamentali per questo progetto che, con la loro sensibilità e attenzione per la cultura, hanno reso tutto possibile. Ringraziamo 
 #sgk #delphina #cantinesurrau  #delcomar #logingroup #prefabbricatisrl

giovedì 18 ottobre 2018

ArcheOlbia - Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

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Gent.mi,
siamo lieti di segnalarVi la nostra presenza alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum-Salerno XXI Edizione dal 15 al 18 novembre 2018 presso il Centro Espositivo Savoy Hotel · Parco Archeologico · Museo · Basilica.
La fiera è punto di riferimento per le aziende che voglio promuovere i propri prodotti e servizi nell'ambito del Turismo Archeologico, in un'area che vanta un’elevata concentrazione di operatori nel settore del turismo culturale,per questo motivo con può macare la nostra città, Olbia, e il nostro territorio, Gallura, con i suoi siti archeologici, architettonici e ambientali.
Alla Borsa partecipano Istituzioni, Enti, Paesi Esteri, Regioni, Organizzazioni di Categoria, Associazioni Professionali e Culturali, Aziende e Consorzi Turistici, Società di Servizi, Case Editrici con l'intento di presentare nuove imprese culturali e progetti innovativi nelle attività archeologiche, la valorizzazione del patrimonio culturale, le visite guidate ed educational tour per operatori del settore.


Rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi informazione o proposta.

Cordialmente
Dott.ssa Archeologa Durdica Bacciu



mercoledì 10 ottobre 2018

Civita e le sue mura - Olbia in età giudicale (Civita in breve...)

di Durdica Bacciu

Nessuna altra città, antica o non antica, ha cambiato il proprio nome quanto la “città felice”: Olbìa, Fausania, Civita, Terranova, Terranova Pausania sino ad arrivare al nome attuale Olbia. Il durissimo colpo inferto dai Vandali alla città romana verso il 450 d.C. e la conseguente fase di crisi nell’Alto Medioevo spiegano il mutare del nome in quello di Phausiana. Il risorgere di una più vitale area urbana in Età Giudicale trova riscontro in un ulteriore nuovo nome, Civita, e nel successivo Terranova, che resterà tale per svariati secoli durante i quali la città attraversò altre fasi di crisi, dovute anche a fattori quali le incursioni dei pirati saraceni, il prevalere della infezione malarica nell'intera zona e l'interramento più o meno totale dell'imboccatura della baia conseguente al deposito di detriti del fiume Padrongianus. Nell’800 a Terranova si aggiunse la denominazione Pausania, e solo nel 1939 si recuperò il nome classico di Olbia.
Il periodo del quale parleremo ora è quello dell'epoca giudicale, dove i primi documenti del 1100 citano il nome di Civita o Kivita, con una sede amministrativa e diocesana, essendo citata come diocesi. Fu importante anche per la sua posizione, al centro del giudicato, con il suo porto, naturale e protetto dai venti quindi sicuro da ogni pericolo. Un'ulteriore testimonianza ci viene data durante la dominazione del periodo pisano, con un patto  nel 1309 tra Giacomo II d'Aragona e i pisani. In un documento della Gallura, Olbia viene chiamata "quasi Civitas" in tutto il teritorio e questo ci fa capire la sua importanza, sia dal punto di vista dell'edilizia che di città, essendo chiamata Civita
Una delle caratteristiche per essere definita Civitas doveva essere sicuramente le mura di cinta, mura che aveva la funzione di difesa dall'esterno e di difesa al al suo interno. Le mura ad Olbia sono esistite, ne parlano diverse fonti come il Liber Fundachi, nei documenti del XIV sec. viene citato il  castrum ( Castrum Terre Nove) (in castro Terre nove di Gallura) o burguesos (los burguesos de la dita Terra noval). Non è difficile immaginare l'importanza delle mura durante la conquista aragonese, dove la città cambia nome e diventa Terranova, e gli anni successivi, dove la città di Olbia è sempre stata meta di numerosi conquistatori e assedi. 
Lo studio del Panedda ci aiuta a definire anche i confini del''antica Civita. Esso individua il lato settentrionale con piazza Civita e via Achenza, il lato occidentale con piazza Regina Margherita, il lato meridionale con via Piccola e il lato orientale con via Asproni sino all'abside di San Paolo. Un'altra fonte importante è un disegno della città di Terranova intono al XVII secolo, disegno senza nome, semplice e chiaro.
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 Osservando questo disegno schematico, non possiamo non notare la presenza delle mura, il tracciato addattato al contesto urbanistico, con quattro torri di guardia e due porta: una verso la direzione del porto e una verso l'interno. Sopra le porte era presente un sistema di guardi e di difesa dato dalla costruzione di un ulteriore piano a torre. Si nota anche l' altezza delle torri, altezza data dal disegno delle feritorie e finestre su due livelli, quindi a tre piani, piano terra, primo e secondo piano. Sia le mura che le torri finiscono con la merlatura guelfa.

Bibliografia:
- D. Panedda, Il Giudicato di Gallura: curatorie e centri abitati, Sassari, Dessì, 1978
D. Panedda, Olbia e il suo volto, Sassari, Delfino, 1989


Cortes Apertas di Orgosolo con ArcheOlbia - 14 ottobre 2018

di ArcheOlbia

Domenica 14 Ottobre 2018
Partenza ore 8.30 Molo Brin - Olbia
Rientro alle ore 18 circa da Orgosolo
Prenotazioni: 3456328150 o archeolbia@gmail.com

Dalle 10:00 alle 19:00 Inoltratevi per il paese… Laboratori e rappresentazioni delle faccende domestiche e lavorative di un tempo che ad Orgosolo vivono ancora all'interno degli antichi cortili, delle case e lungo le vie del centro storico del paese.
• Sa petha a s’antiha la carne preparata per l’arrosto o gli insaccati, su pane lentu in purpuzza, sos ulurjones.
• Sos sonos antihos suoni del canto a tenore, dell’organetto e dell’armonica a bocca.
• Sas sedas antihas l’esclusiva lavorazione della seta orgolese. 10:00 Sas mastras de sa seda dimostrazione delle varie fasi della lavorazione della seta | Via Mercato.
11:00 La vestizione del costume femminile di Orgosolo | Piazza Gramsci.
Dalle ore 11:00 Ballos Festival Regionale Armonica a bocca - a cura dell'associazione culturale Murales | Piazza Su Muntilhu.
15:00 A intanfarinare la colorazione de sa trama con lo zafferano | Via Mercato.
Dalle 15:00 Esibizioni itineranti dei gruppi folk.
17:00 Dimostrazione della preparazione del dolce tipico Sas Urillettas | Pasticceria Disizzos De Orgosolo.

Famiglie al Museo 2018 - 14 ottobre Basilica di San Simplicio

di Museum Civitatense

Domenica 14 ottobre ore 15 Basilica di San Simplicio - Olbia
"Piccolo ma prezioso" è il tema di questa edizione di "Famiglie al museo". Come #museumcivitatense abbiamo organizzato una visita guidata speciale ai "PREZIOSI" della nostra #Basilica, la chiesa simbolo della comunità olbiese e non solo. Venite a scoprire con noi, attraverso gli occhi dei più piccoli, la storia e l'architettura della chiesa più antica della Gallura. I vostri compagni di viaggio saranno le matite, pastelli e fogli colorati...per conoscere le "mille sfumature di #SanSimplicio", tutto questo in compagnia di una archeologa che sarà a disposizione per tutto il laboratorio!
Il #laboratorio avrà inizio alle 15 e terminerà alle 17!
Per le #prenotazioni chiamare allo 3456328150 oppure museumcivitatense@gmail.com
#F@Mu2018 #famigliealmuseo #olbia #attività #FaMu2018