La chiesa risale al periodo bizantino
(IX-X sec.) e presenta pianta a croce greca con cupola ogivale, mentre
la facciata è sormontata da un campanile a vela. All’interno i quattro bracci sono
coperti da una volta a botte; all’incrocio dei bracci è posto un tamburo
a pianta quadrata da cui parte la cupola troncoconica. La
particolarità di questa chiesa sono le sue esigue dimensioni, tipica
caratteristica delle chiese costruite nella seconda metà del I millennio
d. C.
Per apprezzare la chiesa di Sant'Elia di Tattinu nelle sue forme
originarie bisogna ricorrere a vecchie fotografie in bianco e nero,
poiché il restauro moderno ha stravolto i dettagli dell'edificio,
chiaramente riconducibile all'architettura cruciforme della Sardegna
bizantina.
Le murature d'impianto dovevano essere caratterizzata dall'uso di conci squadrati agli angoli dell'edificio, mentre i tamponamenti dovevano essere in pietrame misto di minori dimensioni.
La pianta è cruciforme con bracci uguali sormontati nel punto di incrocio da un tiburio quadrangolare sovrastato da ciò che appare come la parte più alta di una cupola molto allungata quasi ogivale, completamente intonacata così come il tiburio.
Nella facciata, sormontata da campanile a vela, si apre il portale principale, del tipo ad architrave monolitico gravante sulle murature perimetrali. I quattro bracci sono voltati a botte ed esternamente coperti da tetti a spioventi con tegole. All'incrocio dei bracci si eleva la cupola, impostata su rudimentali scuffie. L'attuale cupola è moderna poiché l'originale crollò nel 1909. Non è originario neanche il braccio O, ricostruito più corto rispetto all'originale.
Le murature d'impianto dovevano essere caratterizzata dall'uso di conci squadrati agli angoli dell'edificio, mentre i tamponamenti dovevano essere in pietrame misto di minori dimensioni.
La pianta è cruciforme con bracci uguali sormontati nel punto di incrocio da un tiburio quadrangolare sovrastato da ciò che appare come la parte più alta di una cupola molto allungata quasi ogivale, completamente intonacata così come il tiburio.
Nella facciata, sormontata da campanile a vela, si apre il portale principale, del tipo ad architrave monolitico gravante sulle murature perimetrali. I quattro bracci sono voltati a botte ed esternamente coperti da tetti a spioventi con tegole. All'incrocio dei bracci si eleva la cupola, impostata su rudimentali scuffie. L'attuale cupola è moderna poiché l'originale crollò nel 1909. Non è originario neanche il braccio O, ricostruito più corto rispetto all'originale.
Come arrivare
Si percorre la SS 130 verso Iglesias e si prendono la SP 2 e successivamente la SS 293 fino al paese di Nuxis. Superato l'abitato si trovano sulla s. i cartelli turistici che indicano il sito campestre di Sant'Elia di Tattinu, meta di pellegrinaggi. L'ultimo tratto, pavimentato a ciottoli, conduce alla chiesa.
Si percorre la SS 130 verso Iglesias e si prendono la SP 2 e successivamente la SS 293 fino al paese di Nuxis. Superato l'abitato si trovano sulla s. i cartelli turistici che indicano il sito campestre di Sant'Elia di Tattinu, meta di pellegrinaggi. L'ultimo tratto, pavimentato a ciottoli, conduce alla chiesa.
Bibliografia
R. Serra, "La chiesa quadrifida di Sant'Elia a Nuxis (e diversi altri documenti altomedievali in Sardegna)", in Studi Sardi, XXI, 1968-70, pp. 30-61;
R. Coroneo-M. Coppola, Chiese cruciformi bizantine della Sardegna, Cagliari, 1999, pp. 35-36;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 69-70;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 103.
R. Serra, "La chiesa quadrifida di Sant'Elia a Nuxis (e diversi altri documenti altomedievali in Sardegna)", in Studi Sardi, XXI, 1968-70, pp. 30-61;
R. Coroneo-M. Coppola, Chiese cruciformi bizantine della Sardegna, Cagliari, 1999, pp. 35-36;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 69-70;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 103.
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