di Durdica Bacciu
Ph: D.Bacciu
Se si attraversa il basso Sulcis, una delle tappe fondamentali è la visita al Museo Etnografico di Santadi denominato "Sa Domu Antiga", gestito dalla Sémata Soc.Coop. di cui fanno parte delle guide molto competenti e gentili. Il Museo rappresenta la tipica casa campidanese, con le sue quattro stanze, un cortile, il pozzo e "Sa Lolla" per gli attrezzi di tutti i giorni, dalla campagna alla mensa.
Varcando la soglia, si viene catturati da un bellissimo telaio antico e ancora dai mille colori delle coperte e delle copri cassepanche i quali trasmettono l'amore per un'arte che sta scoparendo ma che è stata fondamentale nei tempi passati. Il telaio in esposizione è stato donato dalla famiglia proprietaria dello stabile, in ricordo della loro madre.
Durante la visita viene accuratamente descritta ogni singola tecnica di tessitura.
Nella prima stanza a destra, possiamo osservare una tipica camera matrimoniale fine '800 primi del '900, con il letto alla "francese", ovvero da una piazza e mezzo, decorata nella testata con motivi floreali. Nella parete sopra il letto possiamo osservare i ritratti dei padroni di casa, moglie e marito che, con sguardo severo, "osservano" la scena di noi moderni avventori. Nella stanza sono presenti delle cassepanche, sistemate in diverse posizioni e impiegate allo scopo di deporvi il corredo, più comunemente "sa dote", oppure dove venivano deposti gli abiti maschi e femminili, come una sorta di armadio in orizzontale.
Passiamo alla seconda stanza dove gli arrendi richiamano fortemente la vita quotidiana della antica famiglia. La sala da pranzo, con il suo tavolo e sede in legno dipinte di un azzurro cielo,le stoviglie appese alle pareti, "is parineddas" cesti per usi alimentari, contenitori e rami per la cattura dei cibi, "fasc'e laus" le piattaie per la sistemazione dei piatti.
Si passa ora al cortile, dove possiamo vedere un bellissimo pozzo e, sotto una "lolla", gli attrezzi che venivano usati per svolgere i lavori di vita agricola e quotidiana.
Nella "lolla", tipica tettoia campidanese sorretta da travi in legno, a sinistra si trovano due vecchi "carr'a buoi", degli strumenti come falce, falcetti, pinze e vari arnesi da lavoro. La curiosità cade subito sopra un attrezzo particolare che ci viene spiegato essere una sorta di "crick" per la riparazione delle ruote del carro. Nella parte opposta all'ingresso si trova il forno a cupola, eseguita con mattoni di fango e paglia detti "ladini" "ladiri" o anche "di ladri". Il forno viene usato ancora oggi durante i laboratori per la cottura del pane o altri eventi. Nella parte destra, sotto la "lolla" troviamo invece un calesse ben conservato.
Il caseggiato presenta un' architettura molto semplice e tipica dello stile campidanase con il cortile in acciottolato. Molti degli oggetti esposti sono stati donati dalla cittadinanza affinchè continuasse la memoria storica e demo-antropologica di Santadi ma non solo. In questi ambienti si possono rivevere le forti sensazioni di un passato che non è mai stato dimenticato.
Informazioni:
Santadi, via Mazzini 09010
Orari:
ore 9:00 - 13:00 e 15:00 - 17:00
Gestione:
Coop. Soc. Sémata
Tel. 0781-941010
Facebook:
Museo etnografico "Sa domu antica" Santadi
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