di Durdica Bacciu
Ph: D.Bacciu
Dieci domande a: Pier Giacomo Pala - Museo Galluras - Luras
1) Come nasce il Museo Galluras
Ph: D.Bacciu
Dieci domande a: Pier Giacomo Pala - Museo Galluras - Luras
1) Come nasce il Museo Galluras
Il museo nasce da una malattia quasi congenita, da quando avevo 12-13 anni ed ho iniziato a raccogliere oggetti e reperti e a metterli da parte, poi nel 1981 sono riuscito ad acquistare il palazzo - sede e li si è concretizzata l'idea del museo che venne aperto nel 1996.
2) La passione per la femmina accabadora come nasce?
Vengo a conoscenza di questo argomento nel 1981 da una anziano del paese, mi raccontò di quando era bambino e il nonno gli raccontava di una donna che aveva abitato nelle campagne di Luras e che si occupava di porre fine alle sofferenze dei malati terminali, colpendoli sulla testa con un martello. Da qui iniziò la ricerca su questa figura e su questa pratica, intervistando gli anziani di Luras su questa figura.
3) Per quanto riguarda il materiale, come partecipa il paese a questa ricerca?
Inizialmente, nessuno era a conoscenza di questo mio progetto, quando poi si sparse la voce, alcuni luresi decisero di donare dei reperti, mentre alcuni invece mi contattarono per vendere degli altri. E' un progetto che è servito per recuperare tantissimi pezzi quindi si è evitato che il materiale si perdesse.
4) I luresi come vedono il museo?
Inizialmente con grande diffidenza poi invece le cose sono migliorate tantissimo e lo considerano qualcosa che gli appartiene. Infatti è stato soddisfatto uno dei miei obbiettivi iniziali, quello di coinvolgere la comunità di Luras, e farla sentire rappresentata appunto nel progetto del Museo.
5) I sardi come vedono questa figura?
I sardi sono molto attenti e molto preparati su questo argomento, arrivano qui per visitare il Museo e per vedere il martello della femmina Accabadora e sono molto legati alle tradizioni in generale ma soprattutto a questo argomento.
6) Invece i turisti rimangono incuriositi, spaventati?
Qualcuno rimane spaventato sino a quando non viene detto a loro che questa pratica veniva vista in modo positivo perchè eticamante, la femmina Accabadora, non ammazzava ma poneva fine alle sofferenze.
7) Quali tecniche di comunicazione turistica utilizza per far conoscere il Museo?
Io ho sempre creduto nella pubblicità, pubblicità su internet, ai pieghevoli, supporti cartacei, in ogni caso la miglior pubblicità viene fatta dai visitatori stessi con il passaparola che invitano amici, conoscenti e parenti a visitare il museo.
8) Possiamo sapere la storia del martello de sa Accabadora?
Questo l'ho ritrovato in un muretto a secco. Grazie alle informazioni di un anziano di Luras sono andato a scoprire dove queste femmine accabadoras aveva le loro dimore e cosi sono arrivato a ispezionare gli stabili sino a quando, ripassando in uno di questi stazzi, vedo che stanno demolendo un muretto a secco e noto una pietra di forma regolare, e vedo che è tenuta da un cuneo, tolgo il cuneo, la pietra cade e mostra una nicchia dove era nascosto il martello.
9) Lei ha scritto anche un libro?
Dopo trent' anni di ricerca ho deciso di pubblicare un libro dove raccolgo tutte le testimonianza che sono riuscito a rintracciare, si va dalle testimonianze letterarie, a quelle orali, si a quello che si trova su internet. Nel mio libro riporto una testomonianza del 2003, dove una anziana signora va da un prete e confessa di essere una Accabadora, in un paesino nel circodario di Bosa.
10) Altre curiosità che ci può dire?
La culla dei Savoia, che riporta lo stema dei Savoia e della Sardegna, donata dal re ai nati lo stesso giorno in cui nacque sua figlia oppure la culla tipica gallurese ancora più povera e molto più antica, resa in sughero.
Fonte:http://www.sardegnaturismo.it/it/punto-di-interesse/museo-galluras-museo-della-femina-agabbadora
Il Museo di Luras è ubicato sulla via principale del paese in una tipica abitazione dell'Alta Gallura, a tre piani.
Gli
ambienti sono stati ricostruiti nel rispetto della struttura e
dell'equilibrio delle vecchie case galluresi. Il museo è articolato sui
tre piani, accuratamente ricostruiti nel
rispetto degli ambienti tipici della cultura locale tra la fine del
Seicento e la prima metà del Novecento. Trovano sistemazione oltre 4000
reperti del centro gallurese. Il piano terra
è composto da vari ambienti: la Saletta audiovisivi (consente la
visione di filmati e la consultazione informatica e bibliografica) la
Sala 1 (strumenti relativi alla viticoltura, vinificazione e cantina. In
particolare spiccano "sa cascietta", cassone per la pigiatura dell'uva,
"sa suppressa", un torchio in legno risalente alla fine del Seicento
primi del Settecento, e un'alambicco
a condensatore); la Sala 2 e il cortile (strumenti e oggetti propri
delle attività agricole, lavori dei campi, lavorazione dei cereali e
pastorali, raccolta, trasporto e lavorazione del latte, finimenti, cura e
governo degli animali).
Il primo piano ripropone, nella sua integrità di arredi, un ambiente domestico articolato con la sala da pranzo
che era il luogo dell'incontro e della convivialità, lo spazio per il
dialogo (composta da una credenza, una cassapanca per la conservazione
del pane, una "piattéra", piattaia pensile, e una "banca a fogliu",
funzionale tavolo a libro che permetteva di raddoppiarne con facilità il
piano d'appoggio), la cucina con la tradizionale "banca 'e su pane", il tavolo per la panificazione, la camera da letto.
Il secondo piano composto da una sala in cui sono esposti macchine per la lavorazione della lana e del lino, capi di abbigliamento e tessuti e un'altra sala dedicata alle tecniche di lavorazione del sughero, attività tipica della zona.
Nel Museo è conservato anche il famoso e macabro martello che nel passato veniva usato da "sas accabadoras",
le donne incaricate di "porre fine" (dallo spagnolo acabàr) alle
sofferenze dell'agonizzante sul letto di morte. Si tratta di un ramo di
olivastro lungo 40 centimetri e largo 20, dotato di un manico che
permette un'impugnatura sicura.
Indirizzo: via Nazionale 35a, Luras
Telefono: 368 3376321 Ente titolare: Piergiacomo Pala.
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