📌Il SISTEMA MUSEALE INTEGRATO della Diocesi di Tempio Ampurias presenta:
⚠️- Corso di formazione e divulgazione dedicato agli operatori culturali, del turismo e Guide turistiche, archeologiche e museali -⚠️
Gli appuntamenti in calendario saranno i seguenti:
· 🏛 01 marzo 2019: “I musei di Arte Sacra — Comunicazione e rapporto con il territorio” Relatore: Dr. Gianni Pireddu - Ufficio Beni Culturali e Commissione per l'Arte Sacra
· 🏛🏛 15 marzo 2019: “Incontri e scontri sull’archeologia sarda—Tra ricerca e mito” Dr. Rubens D'Oriano - Funzionario Archeologo SABAP (SS-NU) - Sede di Olbia
· 🏛🏛🏛 29 marzo 2019: “Il ruolo della Sardegna preistorica nel Mediterraneo — emergenze e cultura materiale” Dott.ssa Angela Antona - Archeologa
· 🏛🏛05 aprile 2019: “Sardinia – Storia e presenze da Cartagine alla tarda antichità” Prof. Attilio Mastino - Professore ordinario Storia romana - Università di Sassari (DISSUF)
· 🏛 12 aprile 2019: “Cristianesimo in Sardegna—Nascita e diffusione” Prof. Pier Giorgio Ignazio Spanu - Professore Associato Archeologia cristiana e medievale - Università di Sassari (DISSUF)
· 🏛🏛🏛 24 aprile 2019: “La Sardegna dei Giudicati—Storie di potere ” Prof. Alessandro Soddu - Professore Associato Storia Medievale - Università di Sassari (DISSUF)
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INFO&PRENOTAZIONI: Museum Civitatense Olbia
📞 3456328150 oppure 3425129458
📧 museumcivitatense@gmail.com
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Gli incontri si svolgeranno presso la libreria UBIK di Olbia e saranno videoregistrate e rese disponibili ai partecipanti.
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ArcheOlbia guida turistica Olbia archeologia della sardegna
Associazione ArcheOlbia
Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali
Guida turistica - Accompagnatore turistico - Attività didattiche - Corsi di formazione - Progettazione di attività culturali
ArcheOlbia
Piazza San Simplicio c/o Basilica Minore di San Simplicio
07026 Olbia (OT)
archeolbia@gmail.com
3456328150 Durdica - 3425129458 Marcello - 3336898146 Stefano
C.F. 91039880900
“Aprire il passato significa raccontarlo. Alla comunità scientifica sì, ma soprattutto alla comunità dei cittadini cui il lavoro degli archeologi e, più in generale, degli operatori dei beni culturali deve rivolgersi.”.
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martedì 5 febbraio 2019
martedì 14 novembre 2017
lunedì 13 novembre 2017
ArcheOlbia: I tesori di Ittiri tra San Leonardo, Domus e Nuraghe
di Durdica Bacciu
Ph D.Bacciu
L’associazione fra insediamento nuragico e tombe ipogeiche a prospetto architettonico, si riscontra nel sito di San Leonardo, presso il bacino artificiale del Cuga: a poca distanza da un nuraghe, di tipologia indefinibile, il complesso di domus de janas, conosciute come di "San Leonardo" presenta svariate grotticelle, probabilmente in contatto tra loro e recentemente usate come rifugio durante il secondo conflitto
mondiale, ultimamente sfruttate come luogo di cava. Una di queste, la più grande, presenta nella parte anteriore una decorazione a stele centina, un corridoio di circa 4,60 m e sui lati, sopraelevate, si aprono 5 nicchie. Il secondo ipogeo presenta una piccola cella ellittica e un canale di scolo ben visibile, oggi occupato da una grossa radice.(CASTALDI 1975, p. 35)
Ph D.Bacciu
Ittiri è un piccolo comune in provincia di Sassari, nella regione storica del Logudoro. Elemento geografico di riferimento è il lago artificiale del Cuga, una fonte importante per l'agricoltura ed allevamento. Tra i prodotti alimentari da segnalare ricordo: il carciofo "Spinoso sardo" a cui il marchio di denominazione di origina protetta (DOP) vale il riconoscimento a livello europeo per il 2011; l'olio extra vergine d'oliva e la produzione del formaggio.
Il territorio di Ittiri è caratterizzato da diverse testimonianze archeologiche, che vanno dal preistorico ai giorni nostri. Oggi vi descriverò tre siti archeologici:
- Chiesa di San Leonardo
- Nuraghe di San Leonardo
- Domus di San Leonardo
San Leonardo de Sa Iddazza o del Cuga
Una chiesa mononavata risalente al XII secolo, faceva parte del monastero dell'ormai scomparsa Villa di Tuta o Cuga del giudicato di Torres. Architettura romanica, una pianta longitudinale con abside. Nei lati della chiesa, possiamo notare grandi archetti sostenuti da lesene che si appoggiano su una bassa
zoccolatura. L'interno è illuminato da due monofore situate nei lati ed è ipotizzabile che nell'abside ci fosse un'altra
luce, forse eliminata durante il restauro. Nell'Ottocento, secondo la testimonianza di Lamarmora, chiesa e monastero si trovavano in completa rovina conseguentemente,
durante gli anni Sessanta, con la progettazione del lago del Cuga, i muri
perimetrali e ciò che rimaneva dell'abside, per non essere sommersi dalla diga, vennero smontati e
ricomposti nel sito dove si trova oggi.
Nuraghe San Leonardo e Domus di San Leonardo

Bibliografia:
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006.
- Francesco Floris, Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&Compton editore, 2007.
- Ittiri - Monumenti e Chiese.
- Paolo Melis - Il complesso ipogeico-megalitico di Sa Figu Ittiri (SS)
- Paolo Melis - Ipotesi di Preistoria Ittiri-Sassari
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domenica 29 ottobre 2017
Corsi ArcheOlbia 2017
Per info e contatti: archeolbia@gmail.com
1. Operatore del Turismo Culturale
2. Inglese Turistico
3. Spagnolo Turistico
4. Accompagnatore turistico
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3. Spagnolo Turistico
4. Accompagnatore turistico
mercoledì 14 giugno 2017
Buone Vacanze da ArcheOlbia
ArcheOlbia.blogspot vi augura Buone Vacanze ma rimane a Vostra disposizione per Informazioni e Tour archeologici
3425129458
mercoledì 26 aprile 2017
Megaron a doppio antis di Dom'e Orgia Esterzili - ArcheOlbia
di Marcello Cabriolu
Ph Durdica Bacciu
Ph Durdica Bacciu
Il
megaron di Domu ‘e Orgìa, riconducibile al XIV sec. a.C., venne edificato ad
una quota di 970 mt s.l.m. circa, all’imbocco di un valico. Potenzialmente la
struttura controlla l’altipiano di Taccu
Mauruoi e le sue numerose sorgenti, che in epoca preistorica dovevano
essere sicuramente gestite dalle genti dei nuraghi. La potenzialità
dell’insediamento è evidenziata inoltre dal fatto che il valico occupato sia
stato in passato il passaggio obbligato dei percorsi di transumanza verso le
pianure dal clima più mite. La struttura si mostra di forma rettangolare, con doppio
antis, e circondata da un recinto ovale. La tecnica edilizia, nonostante siano
stati utilizzati materiali resi a lastre, si presenta sempre del tipo a “sacco”,
e l’edificio si eleva con almeno un atrio-vestibolo e due ambienti interni
separati da un tramezzo, con un ingresso sormontato da un architrave e una luce
di scarico. Vi si accede attraversando un vestibolo marginato da una panchina
e, oltrepassando il primo ingresso, si entra nella sala più grande, anch’essa
contornata da un sedile, interrotto a sinistra da una lastra ortostatica.
L’ambiente più interno, a cui si accede attraverso un ingresso poderoso
architravato, si rivela di dimensioni ridotte rispetto al precedente, ma anche
questo adorno di un sedile.
Attualmente non ci è dato sapere che tipo di copertura fosse stata utilizzata, ma alcuni studiosi suppongono si trattasse di un tetto a doppio spiovente. All’interno del recinto ovale si trovano i residui di altre strutture, mentre altre ancora si intravedono qualche centinaio di metri più a Sud, testimoniando quanto il complesso fosse molto più ampio rispetto a quanto risulti evidente attualmente. L’indagine archeologica ha rivelato la presenza di svariata utensileria sia litica - come pestelli macine e lisciatoi - che fittile - olle e ciotole -, oltre ad una discreta quantità di prodotti bronzei. Tramite confronti con edifici dell’Età del Bronzo/Ferro della penisola e del Mediterraneo orientale, l’edificio parrebbe un centro religioso caratterizzato da un forte potere politico/economico. Attraverso questi confronti si evincono elementi sociali di genere femminile con ruoli di potere o di rappresentanza nella Sardegna del XII sec. a.C.
Attualmente non ci è dato sapere che tipo di copertura fosse stata utilizzata, ma alcuni studiosi suppongono si trattasse di un tetto a doppio spiovente. All’interno del recinto ovale si trovano i residui di altre strutture, mentre altre ancora si intravedono qualche centinaio di metri più a Sud, testimoniando quanto il complesso fosse molto più ampio rispetto a quanto risulti evidente attualmente. L’indagine archeologica ha rivelato la presenza di svariata utensileria sia litica - come pestelli macine e lisciatoi - che fittile - olle e ciotole -, oltre ad una discreta quantità di prodotti bronzei. Tramite confronti con edifici dell’Età del Bronzo/Ferro della penisola e del Mediterraneo orientale, l’edificio parrebbe un centro religioso caratterizzato da un forte potere politico/economico. Attraverso questi confronti si evincono elementi sociali di genere femminile con ruoli di potere o di rappresentanza nella Sardegna del XII sec. a.C.
Dal
paese di Esterzili seguire le indicazioni per il Monte Santa Vittoria e il
Complesso Domu’e Orgìa. Percorrere la strada asfaltata di penetrazione agricola
che indica Monte Santa Vittoria e percorrerla per diversi chilometri sino a
quando si giunge alla vetta. Per arrivare al megaron, oltrepassare la pineta e proseguire
lungo la stessa strada verso Escalaplano. Dopo pochi chilometri ancora, ormai scesi
visibilmente di quota, in prossimità di un crocevia, si potrà vedere il
monumento sulla sinistra a pochi metri dalla strada. L’area, libera
all’accesso, è delimitata da un cancello e da una recinzione.
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mercoledì 19 aprile 2017
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