ArcheOlbia guida turistica Olbia archeologia della sardegna


Associazione ArcheOlbia
Promozione e Valorizzazione dei Beni Culturali

Guida turistica - Accompagnatore turistico - Attività didattiche - Corsi di formazione - Progettazione di attività culturali

ArcheOlbia
Piazza San Simplicio c/o Basilica Minore di San Simplicio
07026 Olbia (OT)
archeolbia@gmail.com
3456328150 Durdica - 3425129458 Marcello -
3336898146 Stefano
C.F. 91039880900


“Aprire il passato significa raccontarlo. Alla comunità scientifica sì, ma soprattutto alla comunità dei cittadini cui il lavoro degli archeologi e, più in generale, degli operatori dei beni culturali deve rivolgersi.”.
Visualizzazione post con etichetta guide turistiche sardegna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta guide turistiche sardegna. Mostra tutti i post

domenica 29 ottobre 2017

Corsi ArcheOlbia 2017

    Per info e contatti: archeolbia@gmail.com

1. Operatore del Turismo Culturale
2. Inglese Turistico
3. Spagnolo Turistico
4. Accompagnatore turistico




mercoledì 4 ottobre 2017

Cortes Apertas 2017 - Tonara

di Durdica Bacciu
Ph D.Ricciu

'O gentile Tonara, terra de musas santa e beneitta', così Peppinu Mereu, il più grande poeta in lingua sarda, descriveva il suo borgo natio.
Situata ai piedi del M. Muggianeddu (1.468 m.), con un'altitudine fra gli 850 e i 1030 metri slm, Tonara, formata dai quattro pittoreschi rioni di Teliseri, Arasulè, Su Pranu e Toneri, è uno dei centri più elevati in Sardegna. Percorrendo i viottoli del centro storico, dove ancora si trovano le antiche case con i balconi in legno (istauleddos ammantaos), si respira una suggestiva atmosfera d'altri tempi.
La ridente posizione dell'abitato, l'aria salubre, l'acqua pura, i boschi e le sorgenti, come peraltro l'innata ospitalità dei suoi abitanti, sono le attrattive del paese, già conosciuto come luogo depositario di tradizionali produzioni artigianali tra cui torrone e campanacci.

Eccovi alcuni scatti della giornata con ArcheOlbia








mercoledì 14 giugno 2017

mercoledì 26 aprile 2017

Megaron a doppio antis di Dom'e Orgia Esterzili - ArcheOlbia

di Marcello Cabriolu
Ph Durdica Bacciu

 

durdica bacciu
Il megaron di Domu ‘e Orgìa, riconducibile al XIV sec. a.C., venne edificato ad una quota di 970 mt s.l.m. circa, all’imbocco di un valico. Potenzialmente la struttura controlla l’altipiano di Taccu Mauruoi e le sue numerose sorgenti, che in epoca preistorica dovevano essere sicuramente gestite dalle genti dei nuraghi. La potenzialità dell’insediamento è evidenziata inoltre dal fatto che il valico occupato sia stato in passato il passaggio obbligato dei percorsi di transumanza verso le pianure dal clima più mite. La struttura si mostra di forma rettangolare, con doppio antis, e circondata da un recinto ovale. La tecnica edilizia, nonostante siano stati utilizzati materiali resi a lastre, si presenta sempre del tipo a “sacco”, e l’edificio si eleva con almeno un atrio-vestibolo e due ambienti interni separati da un tramezzo, con un ingresso sormontato da un architrave e una luce di scarico. Vi si accede attraversando un vestibolo marginato da una panchina e, oltrepassando il primo ingresso, si entra nella sala più grande, anch’essa contornata da un sedile, interrotto a sinistra da una lastra ortostatica. L’ambiente più interno, a cui si accede attraverso un ingresso poderoso architravato, si rivela di dimensioni ridotte rispetto al precedente, ma anche questo adorno di un sedile.
durdica bacciu
Attualmente non ci è dato sapere che tipo di copertura fosse stata utilizzata, ma alcuni studiosi suppongono si trattasse di un tetto a doppio spiovente. All’interno del recinto ovale si trovano i residui di altre strutture, mentre altre ancora si intravedono qualche centinaio di metri più a Sud, testimoniando quanto il complesso fosse molto più ampio rispetto a quanto risulti evidente attualmente. L’indagine archeologica ha rivelato la presenza di svariata utensileria sia litica - come pestelli macine e lisciatoi - che fittile - olle e ciotole -, oltre ad una discreta quantità di prodotti bronzei. Tramite confronti con edifici dell’Età del Bronzo/Ferro della penisola e del Mediterraneo orientale, l’edificio parrebbe un centro religioso caratterizzato da un forte potere politico/economico. Attraverso questi confronti si evincono elementi sociali di genere femminile con ruoli di potere o di rappresentanza nella Sardegna del XII sec. a.C.

durdica bacciu
Come raggiungerlo
Dal paese di Esterzili seguire le indicazioni per il Monte Santa Vittoria e il Complesso Domu’e Orgìa. Percorrere la strada asfaltata di penetrazione agricola che indica Monte Santa Vittoria e percorrerla per diversi chilometri sino a quando si giunge alla vetta. Per arrivare al megaron, oltrepassare la pineta e proseguire lungo la stessa strada verso Escalaplano. Dopo pochi chilometri ancora, ormai scesi visibilmente di quota, in prossimità di un crocevia, si potrà vedere il monumento sulla sinistra a pochi metri dalla strada. L’area, libera all’accesso, è delimitata da un cancello e da una recinzione.

lunedì 27 marzo 2017

Giornatadi Primavera con ArcheOlbia 26.03.2017

di Durdica Bacciu

durdica bacciu
Panorama dalla Fattoria romana di S'Imbalconadu Ph. Durdica Bacciu



Quest'anno, anche l'Associazione ArcheOlbia, nella giornata prima di Primavera, opera alla riscoperta del territorio del Comune di Olbia. Lo scopo era quello di far conoscere e scoprire la storia del territorio olbiese non solo attraverso i siti archeologici ma anche tramite il suo ambiente e la sua natura.



durdica bacciu
L'appuntamento era fissato per le 10.30 al Pozzo Sacro di Sa Testa.
Il pozzo sacro si raggiunge seguendo le indicazione per Cala Saccaia, lungo la strada per Pittulongu e il porto industriale. Il pozzo di Sa Testa è uno dei pozzi sacri meglio conservati in Sardegna. Si data allìetà del bronzo recente, cioè ad una fase evoluta dell’età nuragica (1200 a. C.).
Il monumento, in granito e scisto, è costituito da un ampio cortile circolare dove probabilmente si svolgevano i rituali sacri, un piccolo vestibolo, e il pozzo vero e proprio, profondo oltre 5 metri e collegato al vestibolo da 17 gradini.
durdica bacciu
Il pozzo è chiuso da una copertura a tholos ed una seconda tholos monumentale lo sovrastava esternamente. I materiali votivi deposti all’interno del pozzo mostrano una frequentazione del sito come luogo sacro anche oltre i limiti cronologici della civiltà nuragica, attraverso le fasi fenicia, greca, punica e romana.




Il secondo sito visitato è stato l'Acquedotto romano di Sa Rughittula.
durdica bacciu
L' acquedotto di Olbia, monumento del periodo romano più significativo, trasportava l'acqua dalle sorgenti delle falde granitiche di Cabu Abbas fino alle terme della città, con un percorso rettilineo di oltre Km. 3, realizzato interamente tra il II e linizio del III sec. d. C.

La tecnica edilizia appare omogenea nellintero percorso presenta una struttura a tratti in “opus arcuatum”, li dove necessitava seguire l'andamento degradante da N a S del terreno, a tratti in muro pieno, là dove il terreno riprendeva landamento non degradante.

Per oltre due chilometri l'opera proseguiva con struttura arcuata, ad eccezione di un breve tratto con struttura a muro pieno, al di fuori della cinta muraria antica fino a raggiungere larea urbana, con una leggera pendenza che garantiva l'afflusso dellacqua; quando questo non è avvenuto regolarmente per errori di calcolo nella progettazione, l'opera è stata opportunamente adeguata subito dopo il primo collaudo.

durdica bacciu
Il terzo sito visitato è stata la Fattoria romana di S'Imbalconadu
La fattoria di S’Imbalconadu, occupa la sommità di una piccola collina a destra del Rio Padrogianus. Si presenta come una grande struttura quadrangolare, con una ventina d'ambienti organizzati attorno ad una corte centrale occupata da un edificio quadrato; al suo interno è stato trovato un forno in terracotta. Le murature sono costruite con blocchi di granito, mentre i pavimenti sono realizzati con sottili strati di coccio e in alcuni ambienti con lastre di granito irregolari. Risalente probabilmente alla fine del II° sec. a.C., era destinata sia alla coltivazione di cereali, soprattutto grano, all'allevamento di bestiame e alla caccia. In questo sito cisi è soffermati a parlare dell'ambiente circostante e dell'importanza del fiume, un fiume navigabile sin dall'antichità e che, ancora oggi, vede attività sportive in alcuni tratti, come ad esempio con la canoa.

durdica bacciu
Il quarto sito visitato è stata la Tomba dei Giganti di Su Monte 'e S'Ape
Le tombe dei giganti di Monte ‘e s’ape si trovano a breve distanza dal centro urbano, raggiungibili tramite una deviazione sulla destra, segnalata dai cartelli, lungo la SP 24 per Loiri.
Le tombe dei giganti costituiscono la principale tipologia di monumento funerario proprio della civiltà nuragica. Si compongono di un corridoio megalitico coperto con lastre orizzontali, nel quale venivano seppelliti i defunti, e di un’esedra costituita da lastroni infissi nel terreno, forse a suggerire la forma di una testa di toro, animale sacro nella religiosità preistorica. Nell’area antistante l’esedra si svolgevano i rituali funerari e si deponevano le offerte.
durdica bacciu


La tomba di Su monte ‘e s’Abe, con un corridoio lungo oltre 28 metri, è la più grande di tutta la Sardegna, anche se la monumentalità del complesso risulta ridimensionata dall’assenza della grande stele centrale. Il corridoio si data al 1800 a. C. circa, in età prenuragica, mentre l’esedra fu aggiunta in un secondo momento, in piena età nuragica (1500 a. C.).



durdica bacciu

Il quinto sito visitato è stato il Castello di Pedres
Il complesso è edificato su una modesta, ma ripida, emergenza rocciosa alta 89 m., dalla quale si sovrasta la parte meridionale della conca di Olbia, con scambio visivo con l’antica città e relativo porto.
L’accesso attuale al monumento è dal versante settentrionale, diversamente da quello originale, che si apre ancora ad occidente, verso la scomparsa Villa Petresa. La scalinata di restauro attualmente utilizzata ne ricalca una precedente, ricavata  nel corso della seconda guerra mondiale, quando sulla cima del colle venne impiantata una postazione di contraerea. Il mastio è collocato all’estremità opposta dell’ingresso. Si conservano in alzato solo due lati, per un’altezza di oltre dieci metri.
 

Al suo interno la torre era originariamente ripartita in quattro piani lignei, sostenuti da mensole granitiche e/ o incassati direttamente negli alzati. Al di sotto del piano più basso vi è una cisterna che accumulava, in antico, l’acqua piovana raccolta nel terrazzo superiore. In questo sito si è parlato dell'importanza strategica del posto, essendo stato costruito su una sommità che controlla tutto il golfo di Olbia e l'entro terra, direzione Padru-Budduso' e non solo.


Il tour si è concluso alle 16.30 con una breve riunione per discutere della tutela e salvaguardia dei siti e della professione di guida turistica.

Per chi volesse prendere contatti con l'Associazione e organizzare escursione nei siti di Olbia può scrivere a: archeolbia@gmail.com oppure 3456328150.