Ph D.Bacciu
La chiesa di S.Maria di Norbello, chiesa romanica del XII sec., presenta una struttura semplice con una unica navata absidata orientata a oves-est, tetto con copertura lignea, che riprende la testimonianza della passata e paramenti murari in basalto.
Le prime notizie si possono trovare nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, con un documento che testimonia lo sposalizio di due servi tra il 1164-1174 "Coiuvedi Greca Pasi, ankilla de sanctu Iorgi de Calcaria cun Terico de Paule serbu de sancta Maria de Norgillo". Nella scheda 174 invece, datata al 1229, troviamo i nomi dei testimoni Barusone Pinna e Dorgotori de Sogos nella compilazione di un atto. Questi due nomi sono anche presnti all'interno della chiesetta, scritti in una parete.
Possiamo osservare al suo interno, delle particolarità veramente importanti che presentano una vasta simbologia, le iscrizioni sono in lingua sarda in minuscola carolingia e collegano le croci affrescate l'una all'altra formando una sorte di Via Crucis con icone molto elementari e strettamente di forma geometrica, contenenti i nomi di alcuni personaggi locali. Gli affreschi e i graffiti sono stati studiati grazie alla campagna di scavo per la necropoli bizantina trovata nelle vicinanze della chiesa intorno al 1980.
La chiesa, sino ai primi dell'800, era una cappella privata della famiglia Puddu e venne dedicata "Santa Maria della Mercede". Successivamente, attraverso un testamento, Maria Maddalena Puddu dona la cappella alla famiglia Sotgiu.
Maria Cristina Cannas, studiosa cagliaritana, autrice del libro “Nel segno della croce – Le pitture murali della chiesa di Santa Maria della Mercede a Norbello”, ritiene che le immagini disegnate sulle pareti dell’edificio rappresentino un rito di consacrazione da parte di due templari, identificati in Barisone e Dorgotorio Pinna.
I due crociati costruiscono o meglio, restaurano e consacrano la
chiesa, con una simbologia che è tipica templare. Secondo l’autrice c’è
poi un particolare significato nella croce racchiusa dentro la mandorla e
nell’asinello che la sostiene. Affiora, così, una finalità quasi
penitenziale, ipotesi avvalorata proprio dalla presenza dell’asino,
animale spesso associato ai valori della semplicità e della povertà,
dell’umiltà e della penitenza. Sono molteplici i simboli riprodotti
lungo le due pareti ma tutto l’insieme viene letto come un itinerario,
una serie di stazioni del viaggio di purificazione compiuto dal
cavaliere cristiano.
Sia
la tipologia che il colore delle croci, la loro foggia propriamente
militare, la presenza del caratteristico nodo cistercense, per logica
attinenza non possono che orientare le ricerche verso l’Ordine Templare.
Anche l’intitolazione mariana della chiesa non può essere considerata
del tutto occasionale. Pur in mancanza di documenti certi,
l’appartenenza al Tempio di Santa Maria di Norbello appare quindi
possibile ed anche molto probabile.
Per
quanto riguarda l’esistenza di possedimenti templari nella zona
interessata, è utile rammentare che all’epoca del tragico epilogo il
papa Clemente V affidò all’arcivescovo d’Arborea, Oddone Sala, uomo
particolarmente legato al pontefice, il mandato di inquisire i Templari
che risiedevano nelle diocesi di Arborea, Cagliari e Torres. Allo stesso
tempo, il delicato incarico di amministrare i beni confiscati ai
Templari fu assegnato, non a caso, al vescovo di Bosa, Nicolò. (tradizionetemplare.blogspot.it)
Per saperne di più:
-https://www.academia.edu/12713825/La_chiesa_di_Santa_Maria_di_Norbello_Oristano_un_probabile_possedimento_templare_nel_Giudicato_di_Arborea_in_Atti_del_XXXI_Convegno_di_Ricerche_Templari_a_cura_della_L.A.R.T.I._Bologna_-_12_ottobre_2013_Tuscania_Penne_e_Papiri_2014_pp._171-199
-http://tradizionetemplare.blogspot.it/2010/02/la-chiesa-di-santa-maria-di-norbello.html
-http://www.itineraromanica.eu/index.php?id=112&lang=it
-http://www.viaggioinsardegna.it/chiesemedievali/chieseoristano/tabid/234/Default.aspx
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