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giovedì 16 giugno 2016

Il nuraghe Voes di Nule



di Marcello Cabriolu. 

Il nuraghe è di tipo complesso e per la strutturazione interna si potrebbe inquadrare come l’esemplare (il gemello) più piccolo del Nuraghe Santu Antine di Torralba, oppure dal punto di vista del bastione, come una leggera variante del Nuraghe Losa di Abbasanta. La tecnica edilizia impiegata, come comunemente viene fatto in tutti i nuraghi, si basa sul muro a “sacco”, in cui lo spessore murario ottenuto con macigni peduncolati (con faccia a vista e sezione allungata) contrapposti è colmato da un “sacco” fatto di pietrisco oppure di malta impastata con pomice tritata.
La struttura si compone di un bastione trilobato (con tre lobi) impostato attorno alla torre centrale, probabilmente la componente più arcaica. Alla torre più antica, che in origine si suppone costituita da tre livelli sovrapposti, vennero addossate con addizione concentrica (aggiunta con un unico centro) tre torri, e il collegamento interno tra esse venne realizzato attraverso dei corridoi, come nel bastione del Nuraghe Santu Antine. Questa opera venne realizzata sia nel piano terra che al primo piano con le stesse tipologie: creando corridoi di sezione ogivale che raggiungevano la torre N di retro prospetto. Nel raccordare le torri venne lasciato uno spazio a cielo aperto di fronte all’ingresso della torre arcaica.


 
Nei lati di questo cortile si aprono i corridoi architravati per accedere alle torri laterali mentre frontalmente si apre l’ingresso alla torre centrale. Attorno all’edificio, oltre ai residui di un ovile di epoca moderna e delle relative chiudende, si possono osservare chiaramente i resti dell’abitato arcaico con forme rotonde e rettilinee, a indicare le svariate strutture di cui si componeva.

Come arrivare
Uscire da Nule e prendere la strada per Bitti. Procedere per circa 6 km quindi svoltare a destra in una strada a fondo naturale che conduce davanti al nuraghe.  



Bibliografia: 
V. Angius, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, XII, Torino, G. Maspero, 1843, p. 63;
D. Mackenzie, "The dolmens, tomb of the giants and nuraghi of Sardinia", in Papers of the British school at Rome, V, 2, 1910, pp. 90-93, tavv. I,1, II, 1;
A. Taramelli, "Foglio 194: Ozieri", in Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000
, 21, Firenze, Istituto geografico militare, 1931, p. 35;
E. Melis, Carta dei nuraghi della Sardegna: monumenti preistorici nel comune di Mamoiada, Spoleto, Arti grafiche Panetto & Petrelli, 1967, p. 144;
E. Contu, "Il nuraghe", in La Civiltà nuragica, Milano, Electa, 1990, p. 36, fig. 49;
G. Tanda, "Valore e consistenza del patrimonio archeologico del Goceano", in Sesuja, IV, 7, 1988, pp. 17-27;
A. Depalmas, "Nule, nuraghe Voes", in Goceano. I segni del passato, Sassari, Chiarella, 1992, p. 132.  

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