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martedì 7 giugno 2016

Il dolmen di Funtanaccia - Sartene - Corsica



di Marcello Cabriolu
Ph Durdica Bacciu
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L’altipiano di Cauria conta svariati siti preistorici e monumenti megalitici che, probabilmente, costituiscono una delle parti più spettacolari della Corsica. La presenza umana si può attestare sin dal Neolitico Antico (6000-4200 a.C.)e perdura, tenendo conto di varie tipologie monumentali, sino all’Età del Bronzo (2000-900 a.C). 
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I siti di maggior importanza della regione sono: l’allineamento di menhir d’I Stantari, l’allineamento di menhir di Rinaghju e la “stazzona” di Funtanaccia.
La “stazzona” di Funtanaccia è sostanzialmente un dolmen, molto simile a “Sa Coveccada” di Mores, e acquisisce questo nome in riferimento all’immaginario popolare che attribuiva, date le dimensioni, questi monumenti megalitici ad una matrice demoniaca.
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Considerata l’altezza di mt 1,80, la sua lunghezza di circa mt 2,60 e la sua larghezza di mt 1,60 possiamo considerare il dolmen come uno dei più grandi scoperti finora. La struttura, resa tutta in granito locale, è costituita da 6 ortostati – lastre infisse nel terreno - coperti da un enorme pezzo piano delle dimensioni di mt 3,40 X mt 2,90.  I megaliti risultano tutti quanti spianati e predisposti anticipatamente a creare, quello che in origine era un tumulo funerario, sopra un piano sopraelevato e visibile da lontano, forse a creare la resa scenica appunto per la sepoltura di un personaggio importante.
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La peculiarità della parte posteriore è un enorme lastra spianata e rifinita la cui parte sommitale si presenta rifinita a doppio spiovente come il frontale de “Sa Coveccada” di Mores. La sepoltura si trova ai margini di un insediamento fortificato dell’Età del Bronzo ed è segnalato da un menhir.
Il sito si presenta facilmente raggiungibile partendo Sartene in direzione di Bonifacio e deviando nella RD 48 verso Tizzano. E’ ben segnalato dai cartelli turistici 

Bibliografia
 L.J. COSTA, Monuments prehistoriques de Corse, Edition Errance, 2009
GROSJEAN R, La Corse avant l'Histoire, Klincksieck 1975

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