di Durdica Bacciu
PH D.Bacciu
Video ArcheOlbia: https://www.youtube.com/watch?v=Uub864YdhAE
La
Basilica minore di San Simplicio è posta nel centro urbano di Olbia e si
raggiunge facilmente percorrendo Corso Umberto sino alla stazione ferroviaria e
svoltando a destra nella via San Simplicio dove si alza maestosa.
Oggi
si suppone che la fondazione della chiesa sia avvenuta tra il 1113 e il 1140,
come riportano i documenti, in una zona definita anticamente come il cimitero
di San Simplicio. L’area infatti era costituita da una mezza collina con
numerose sepolture terranee che andavano dalla fase fenicia (750 a.C ) sino
all’Alto Medio Evo dove ancora sorgeva un tempio di Epoca Imperiale dedicato a Cerere.
Proprio sulle rovine di questa struttura venne impiantata dai pisani una
fornace per la calce e, impiegando il granito
locale, venne eretta la chiesa.
In origine la struttura era composta da
grossi blocchi di granito impostati a creare un’aula con tre navate, che
avrebbero contrapposto due grandi absidi come a San Gavino di Portotorres,
chiuse nella parte superiore con volta a botte nelle navatelle e il tetto in
legno nella navata centrale.La basilica misura 33 mt X 13 mt e ed è alta circa 12 mt, lo spazio interno è diviso appunto in due navatelle e una navata centrale più alta, come appunto riporta lo schema della facciata, e ancora lo spazio tra le navate è diviso tra tre coppie di colonne alternate a tre coppie di pilastri quadrangolari. I capitelli che ornano le colonne mostrano delle decorazioni animali e umane che, insieme a elementi decorativi esterni, richiamano l’arte toscana e lombarda dell’epoca. L’abside in origine era affrescato così come la parte destra dove ora si colloca l’organo. L’esterno della chiesa è caratterizzato da una “scarpa” lungo tutto il perimetro che si interrompe regolarmente alla base delle lesene. Degno di nota sul lato meridionale un cippo di epoca romana che fa da base alla prima lesena. Nell’abside, orientato ad occidente, si apre centralmente una monofora a prendere luce e illuminare la chiesa al tramonto mentre la facciata, orientata a Est, si mostra divisa in tre settori. La facciata mostra, nella parte centrale, un ingresso architravato e coronato da un arco a sesto rialzato e ancora più in alto si apre una grande trifora divisa da due pilastrini.
La Cattedrale di San Pantaleo in Dolianova
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G. Spano, "Antica
città di Olbia, e sua cattedrale", in Bullettino Archeologico Sardo,
VI, 1860, pp. 145-149, 173-174;
D. Scano, Storia dell'arte in
Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp.
124-128;
R. Delogu, L'architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 92-95;
R. Serra, La Sardegna, collana "Italia Romanica", Milano, Jaca Book, 1989, pp. 322-329;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 14;
A. Pistuddi, "La chiesa di San Simplicio ad Olbia (SS): contributo allo studio dei capitelli", in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, n.s. XXI (vol. LVIII) - 2003, Cagliari, 2004, pp. 155-173;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 111-122;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 65.
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A. Pistuddi, "La chiesa di San Simplicio ad Olbia (SS): contributo allo studio dei capitelli", in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, n.s. XXI (vol. LVIII) - 2003, Cagliari, 2004, pp. 155-173;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 111-122;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 65.
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