Ph D.Bacciu
Ingresso villaggio |
Situato nell'odierno territorio del Comune di Padru, a circa 15 km da esso, si trova, immerso nella vegetazione e nei graniti, il villaggio abbandonato di Badu Andria. Il toponimo Badu Andria traduce letteralmente dal sardo il termine Guado di Andrea e ci indica un gruppo di circa 10 unità abitative poste in prossimità di un guado sul rio Liestru, in regione Su Parisi de Sa Massa, a circa 403 m s.l.m.
Le prime testimonianze riguardanti il sito abbandonato, ci vengono documentate da uno scritto di Enrico Costa, datato al 1892, dove si testimonia una popolazione pari a 50 unità. Gli abitanti di questo sito erano originariamente pastori provenienti da Buddusò per la transumanza, ma poi fermatisi per il contratto di "mezzadria", cambiarono radicalmente il loro lavoro e si dedicarono alle attività legate alla coltivazione della terra. Questa veniva concessa da un proprietario terriero insieme al foraggio e ai buoi, mentre il contadino metteva a disposizione la manodopera cosi che tutti i prodotti e i frutti ricavati venivano divisi tra le parti. Attraverso questa nuova forma, il villaggio acquisiva una certa importanza e estensione rientrando in quelli che venivano chiamati "I salti" (Sos Saltos de Josso), una regione assai vasta che negli anni della sua fondazione, fine 1700 inizi 800, vedeva una sua porzione occupare il territorio comunale di Buddusò.
Il primo nucleo dell'abitato è formato da una costruzione di pianta rettangolare, senza il tetto, la cui costruzione richiama parecchio la tipologia degli stazzi galluresi: orientamento delle principali porte e finestre verso il sole nascente, alzato fatto di cantonetti regolari di granito, tanti ambienti disposti in maniera longitudinale. Un settore della casa non presenta intonaco esterno ed interno (pietra a vista) e il tetto è crollato. Nelle pareti laterali possiamo osservare i classici armadi a muro o semplici ripiani su mensole di legno ormai segnate dal tempo.
Particolare porta ingresso con lunotto |
Il gruppo abitativo successivo sembra appartenere al medesimo nucleo famigliare sia per l'elevato delle costruzioni che per la vicinanza tra gli edifici. Innanzitutto sono strutturalmente differenti dalla prima costruzione descritta e presentano un'architettura a palazzina su due piani. Gli ingressi e le finestre del primo edificio si aprono, anche in questo caso, nel lato orientale della struttura confermando una caratteristica tipica della regione. Frontale a questa si trova un altro edificio a due piani con le aperture principali, questa volta, aperte verso occidente quasi a voler mostrare una pertinenza o comunque un legame con la prima palazzina o di proprietà della stessa famiglia. Da una prima analisi visiva queste costruzioni parrebbero successive alla prima descritta , il che fa supporre un primo impianto di tipo agro pastorale a cui poi è succeduto un ampliamento dovuto ad una crescita del nucleo famigliare o una crescita socio-economica.
Prima Palazzina |
Seconda Palazzina |
Complesso finale |
Non importa quanto il tempo passa,non importa cosa prende posto provvisoriamente,
ci sono cose che non verranno mai assegnate all'oblio, memorie che nessuno può rubare. Haruki Murakami |