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L’edificio
è sistemato sul bordo di un altipiano lungo una via naturale d’accesso al
bacino fluviale del Tirso e sorge vicinissimo - circa 800 mt - ad altri impianti
quale il Nuraghe Mortos e altri diversi insediamenti. Il monumento, di pianta
ovaleggiante, si costituisce di conci di basalto e di trachite in opera
poligonale, rincalzati da numerosissime zeppe. I massi non sono sistemati in
filari ordinati ma si dispongono a “ nido d’ape” e rispettano sempre la stessa
tecnica edilizia tipica dei nuraghi: il muro a sacco. Si penetra all’interno
della torre attraverso un ingresso di luce trapezoidale sormontato da un
architrave e ci si inoltra, direttamente senza corridoio, in una sala dalla
forma ellittica.
Il protonuraghe, edificato attorno al XVII sec. a.C. o forse anche prima, presenta una sala con volta “naviforme” nel cui fondo, contrapposta all’attuale accesso, si apre una nicchia architravata (residuo di un arcaico ingresso) con l’ingresso ad un vano scala che sale in senso orario al secondo livello. La sala presenta sulla sinistra una nicchia di taglio ogivale, sopraelevata e tamponata in modo disordinato, profonda qualche metro, mentre sulla destra è presente un’altra nicchia con una feritoia verso l’esterno. La scala termina la sua salita con un angolo retto a destra ed entra nel secondo livello, di forma sub ellittica, un nuraghe evoluto originariamente chiuso a tholos, dove probabilmente si apriva un finestrone verso oriente. Lungo il rifascio della parete N, esternamente all’edificio, si apre una grossa nicchia, residuo di un antico ingresso, che appare tuttora ostruito da un tamponamento disordinato avvenuto successivamente
Il protonuraghe, edificato attorno al XVII sec. a.C. o forse anche prima, presenta una sala con volta “naviforme” nel cui fondo, contrapposta all’attuale accesso, si apre una nicchia architravata (residuo di un arcaico ingresso) con l’ingresso ad un vano scala che sale in senso orario al secondo livello. La sala presenta sulla sinistra una nicchia di taglio ogivale, sopraelevata e tamponata in modo disordinato, profonda qualche metro, mentre sulla destra è presente un’altra nicchia con una feritoia verso l’esterno. La scala termina la sua salita con un angolo retto a destra ed entra nel secondo livello, di forma sub ellittica, un nuraghe evoluto originariamente chiuso a tholos, dove probabilmente si apriva un finestrone verso oriente. Lungo il rifascio della parete N, esternamente all’edificio, si apre una grossa nicchia, residuo di un antico ingresso, che appare tuttora ostruito da un tamponamento disordinato avvenuto successivamente
Entrati
a Ghilarza dalla SS 131 DCN, imboccando l’incrocio con l’indicazione per
l’ospedale, prendere sulla destra la via Enrico Mattei. Proseguire per alcuni
chilometri fino a raggiungere l’area del nuraghe, delimitata da un piccolo
cancelletto. Il nuraghe è ben visibile sulla destra, a poche decine di metri
dalla strada.
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