Ph Durdica Bacciu
Collocato
a quota 785 mt sl.m., quasi sul bordo di un altopiano, il nuraghe Orolo offre
uno spettacolo di inusuale bellezza. Già di per sé il monumento si presenta
architettonicamente bello ed elegante, costituito da conci isodomi, ma in più
lo scenario sottostante della Planargia vista dall’alto ci rende un’idea della
concentrazione delle strutture e della capillarizzazione di queste nel
territorio. La struttura è costituita da conci in trachite combinati a creare
una torre arcaica, dal profilo molto slanciato, a cui si accostano, nel
prospetto, due torri secondarie accorpate in un bastione. Si accede a questo da
un ingresso architravato che conduce a tre vie: frontalmente vi è l’accesso
alla torre principale, sulla destra quello alla torre orientale mentre sulla
sinistra si accede alla torre occidentale.
La torre arcaica, in origine composta
da almeno tre livelli, presenta al piano terra sia una rampa di scale che sale
in senso antiorario che una sala con tre nicchie. Quest’ultima, voltata a
ogiva, è priva soltanto delle lastre della copertura finale e presenta, lungo
il profilo e leggermente rialzati dal piano di calpestio, quattro piccoli
stipetti ricavati nella massa muraria. La sala del primo piano, di forma
anomala affatto circolare, presenta tre nicchie irregolari e, oltre all’assenza
di una parte del pavimento da cui si intravede la camera sottostante, presenta
due pozzetti ricavati nella massa muraria sottostante. In questo ambiente si
può osservare un finestrone, sistemato sulla verticale dell’ingresso alla torre
e dell’ingresso al bastione, coronato da un poderoso architrave. Degna di nota
è la feritoia che si apre, fino all’esterno WNW del mastio, nella nicchia
opposta all’ingresso, la quale trova similitudini con quella esistente al primo
piano del nuraghe Santu Antine di
Torralba: essa riproduce una testa bovina e probabilmente indica un seggio
spettante, all’interno di un’assemblea, a un personaggio di spicco della
società. Non si cita nessuna novità degna di nota relativa alle due torri
secondarie in quanto le informazioni relative a scavi sono scarsissime se non
assenti, si può ricordare solo che alcuni studi segnalano la presenza di alcune
capanne e l’intorno vede, a poche centinaia di metri, altri due nuraghi, una
fonte e delle Domus de Janas.
Come arrivare
Lasciare la SS 131 all'altezza del km 149,5 e prendere la strada per Mulargia. Superata la frazione, dopo circa 2 km, si continua a destra in direzione di Bortigali; percorsi 600 metri, sulla destra, si trova una strada asfaltata, in salita, che porta al campo di tiro. Seguirla per altri 600 m, sino a raggiungere un bivio; si prende la strada a destra e si giunge al nuraghe dopo 400 metri.
Lasciare la SS 131 all'altezza del km 149,5 e prendere la strada per Mulargia. Superata la frazione, dopo circa 2 km, si continua a destra in direzione di Bortigali; percorsi 600 metri, sulla destra, si trova una strada asfaltata, in salita, che porta al campo di tiro. Seguirla per altri 600 m, sino a raggiungere un bivio; si prende la strada a destra e si giunge al nuraghe dopo 400 metri.
Bibliografia
V. Angius, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, II, Torino, G. Maspero, 1834, p. 517;
A. Della Marmora, Voyage en Sardaigne ou description statistique, phisique et politique de cette ile avec des recherches sur ses productions naturelles et ses antiquités, II (antiquités), Paris, A. Bertrand-Torino, J. Bocca, 1840, p. 107;
G. Spano, Memoria sopra l'antica cattedrale di Ottana e scoperte archeologiche fattesi nell'isola in tutto l'anno 1870, Cagliari, Tipografia del commercio, 1870, p. 31;
A. Taramelli, "Foglio 205, Capo Mannu; Foglio 206, Macomer" in Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000, Firenze, Istituto geografico militare, 1935, p. 58, n. 41;
A. Moravetti, Relazione preliminare sui monumenti archeologici dei comuni di Birori, Borore, Bortigali, Macomer e Sindia, Macomer, 1973; A.Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, I, Collana "Sardegna archeologica. Studi e monumenti" Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 242-247.
V. Angius, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, II, Torino, G. Maspero, 1834, p. 517;
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