Basilica della Natività della Beata Vergine Maria
di Durdica Bacciu
Ph D.Bacciu
Simbolo della fortissima devozione mariana
dell’intera Gallura, fondata dai padri francescani nel XIII secolo, dichiarata
Basilica nel 1228 da Papa Onorio III, secondo un documento del 1519, fu la
prima chiesa gallurese a ricevere questo titolo, ebbe l’istituzione della porta
santa, documentata negli archivi diocesani sin dal 1700 e viene aperta ogni 7
anni.
Secondo quanto afferma il Vescovo di Ampurias
e Civita, Ludovico Gonzales, in una lettera compilata nel 1519, asserendo di
aver tratto la notizia da un probabile Condaghe
di Luogosanto, tre frati francescani si trovavano nella chiesa di S. Giovanni Battista in
Gerusalemme dove ebbero l’apparizione di Maria che chiedeva loro di recarsi in
Sardegna, in una zona boscosa denominata Capo di Sopra dove avrebbero trovato i resti dei corpi di Nicola e Trano, santi, i
quali avevano condotto la loro vita da eremiti in quei luoghi e lì vi avevano
trovato la morte. La Vergine chiese ai frati di costruire tre chiese, una in
suo nome, una per San Nicola e una per San Trano. I tre frati obbedirono e
arrivati in Sardegna, trovato il luogo indicato, vi costruirono il loro eremo e
attraverso le offerte dei fedeli, le tre chiese, nel luogo chiamato Logosancto ovvero
Luogosanto. Costruite
le tre chiese, i principales di
Sardegna fecero la richiesta al pontefice Onorio affinché inviasse un delegato per
la consacrazione e conferisse alle stesse «indulgencias
et perdonos». Onorio inviò in Sardegna Giovanni, cardinale di Avignone, il
quale arrivato a Luogosanto, convocò tutti gli arcivescovi e vescovi di
Sardegna per la consacrazione delle chiese, intitolando la prima a Dio e alla
Vergine Maria, la seconda a San Nicola e la terza a San Trano, unendo queste
due ultime alla prima. Quindi affiliò le tre chiese all’Ospedale di S. Giovanni
Battista di Gerusalemme.
Già
nel 1600 Luogosanto divenne meta dei pellegrini galluresi e non solo, come
testimonia Dimas Serpi nella sua Chronica
de los santos de Sardeña.
Nel
XVIII secolo, quando la basilica fu ricostruita, ricevette il privilegio della porta santa,
in passato murata, dagli anni Settanta del XX secolo rappresentata da una porta
bronzea.
Costruita
in conci di granito ben squadrati, ha mantenuto la classica forma romanica e con
la suddivisione in tre navate. La facciata è in granito a vista, divisa in due
livelli da una cornice. In quello inferiore si aprono tre porte sormontante da
timpani e una lunetta al centro, due oculi ai lati, mentre quello superiore
presenta un rosone cieco e due volute a spirale.
L’interno
è a tre navate, divise in quattro campate da pilastri reggenti arcate e volte a
vela. L’altare è adornato da una Madonna
lignea del XVIII, ritrovata in una spiaggia nelle zone di Arzachena e custodita
all’interno di una teca. È il simbolo di Luogosanto, città mariana dal 2008, venerata
in tutta la Gallura e meta di pellegrinaggi in Maggio, Giugno e per l’8 Agosto,
festa manna per la nascita della
Vergine.
Caratteristici
sono gli affreschi
del 1944 eseguiti da un pittore militare, Carlo Armanni, lombardo, soldato
della divisione Cremona, come ex voto per ringraziare la Madonna per essere
sopravvissuto alla II guerra mondiale. Sono opera sua e dei suoi compagni
Beccali, Callegari, Volpini, Tosini Alberto (muratore): i Santi Nicolò e Trano e
tutte le pitture parietali.
Nelle cappelle troviamo la statua dell’Addolorata
e di Sant’Antonio
Abate, tutte opere ricondicibili ai primo trentennio del ‘900.
Bibliografia:
- Alessandro Soddu:
"La lettera d’indulgenza del vescovo González (1519)e il cosiddetto condaghe di Luogosanto" in http://www.sardegnamediterranea.it /pdf/Alessandro_Soddu_Luogosanto_2009.pdfn
-Mastino Attilio:
Valutazioni storiche su "Il Condaghe di Luogosanto": Francescani in Gallura. Almanacco gallurese, Vol. 2010-2011, p. 321-329.
- G.FOIS,M.MAXIA:
Il Condaghe di Luogosanto, Taphros, Olbia, 2009
- Luigi Agus:
Basilica-santuario della Natività di Maria in http://www.archgall.it/basilicaluogo.html
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