"L'eclatante risultato della tutela archeologica e l'esposizione dei reperti dell'unica città greca della Sardegna"
Sala museale al primo piano Aeroporto olbia Costa Smeralda
Orario: 9-21
Durata: dal 27 febbraio all'8 aprile 2020
Info mostra: artport@geasar.it
L'importanza di una Città con la sua storia e i suoi scavi, raccontati attraverso reperti unici, pannelli e fotografie. Olbia fù una città greca dal 630 al 510 a.C., unica città greca della Sardegna (sino ad oggi).
Riportiamo alcune parti dell'articolo dello studioso Rubens D'Oriano, ringraziandolo per l'attività di tutela, divulgazione e valorizzazione della storia e archeologia di Olbia durante la sua lunga ed esemplare carriera di Archeologo.
"Il contesto di via Cavour Nel 2006 è stato individuato il primo contesto olbiese arcaico, consi-stente nel riempimento di una fossa sulla roccia.
Questo contesto anzitutto fuga ogni dubbio, qualora ancora ve ne fossero, circa la connotazione greca di Olbia attorno al 600 a.C., perché i documenti in esso raccolti sono di tale ambito culturale mentre sono as-senti materiali fenici. A questo proposito è significativo che gli unici pezzi non greci siano gli otto frammenti di ceramica indigena i quali, a prescindere dal significato che rivestono sull’esistenza di rapporti tra i Greci dell’insediamento e il mondo locale e che tratterò più avanti, ben mostrano come, qualora fosse esistita nell’Olbia del 600 a.C. anche una componente fenicia non irrisoria, pure di essa avremmo dovuto trovare traccia in questo contesto. Esso quindi si pone a conferma, importante in quanto evidenza stratigrafica, del quadro fornito in precedenza dai reperti decontestualizzati, e non pare illegittimo in forza di ciò dilatare que-sta conferma a tutta quella che ho indicato coma le fase greca dell’insediamento, cioè da circa il 630 alla fine del VI secolo."
Questo contesto anzitutto fuga ogni dubbio, qualora ancora ve ne fossero, circa la connotazione greca di Olbia attorno al 600 a.C., perché i documenti in esso raccolti sono di tale ambito culturale mentre sono as-senti materiali fenici. A questo proposito è significativo che gli unici pezzi non greci siano gli otto frammenti di ceramica indigena i quali, a prescindere dal significato che rivestono sull’esistenza di rapporti tra i Greci dell’insediamento e il mondo locale e che tratterò più avanti, ben mostrano come, qualora fosse esistita nell’Olbia del 600 a.C. anche una componente fenicia non irrisoria, pure di essa avremmo dovuto trovare traccia in questo contesto. Esso quindi si pone a conferma, importante in quanto evidenza stratigrafica, del quadro fornito in precedenza dai reperti decontestualizzati, e non pare illegittimo in forza di ciò dilatare que-sta conferma a tutta quella che ho indicato coma le fase greca dell’insediamento, cioè da circa il 630 alla fine del VI secolo."
"La vicenda greca di Olbia si consuma infatti, stando ai materiali, solo con la fine del VI secolo, cioè solo un trentennio circa dopo quella di Alalia, in concomitanza non casuale con l’acquisizione da parte di Cartagine del controllo della Sardegna intera, alla fine di un processo di conquista avviato in tempi non di-stanti dalla battaglia del Mare Sardonio nel meridione dell’Isola e con esito allora tutt’altro che scontato. Questo controllo, efficace anche sul Nord-Est della Sardegna stando alla clausola del trattato del 509 che vietava ai dirimpettai Romani l’approdo nell’Isola, presuppone la fine della presenza greca a Olbia, in accordo col record archeologico finora noto per il nostro centro, a prescindere dal quesito se per gli abitanti si sia trattato di una dipartita più o meno coatta, di una presa d’atto dell’impossibilità di una ulteriore permanenza e simili."
Nessun commento:
Posta un commento