Ph D.Bacciu
FACCIATA DELL'ORATORIO DI SANTA CROCE |
Il Museum “Santa Giusta” è ubicato
presso l'Oratorio di Nostra Signora del Rosario, adiacente alla Chiesa
Parrocchiale. Questa “sacristia” è stata inaugurata nel maggio 2001.
L’Oratorio del Rosario, in passato
officiato dall’omonima confraternita, è stato fatto oggetto di recenti
restauri; in quanto sede del Museo Diocesano viene così restituito alla
pubblica fruizione.
Il visitatore può ammirare la ricca
collezione di argenti sacri, che vanta pezzi del XVI-XVIII secolo, tra
cui notevole un ostensorio attribuito alla bottega dell'argentiere
sassarese Raphael Alfani, una testa di mazza processionale, rara nel suo
genere, ed un porta-reliquie architettonico, opera di un argentiere
romano.
La storia della comunità
calangianese viene illustrata attraverso le singole storie di alcuni
illustri ecclesiastici che hanno portato il nome del paese nel mondo.
Il Museum, attraverso documentazioni di
prima mano, illustra tra le diverse storie quella particolarmente
intrigante relativa al cosiddetto "affaire di Damasco": un giallo di
politica internazionale, non ancora risolto. Personaggio dell’”Affaire”
fu Padre Tommaso da Calangianus, frate cappuccino, vissuto per trentadue
anni in missione a Damasco, dove venne ucciso il 5 Febbraio 1840, nel
ghetto ebraico.
Altro personaggio importante di
Calangianus fu Padre Bonaventura Corda, munifico mecenate della comunità
che ha arricchì la comunità con pregevoli opere d'arte. Tra gli artisti
ai quali il Padre Bonaventura commissionò le opere vi fu Giovanni
Marghinotti del quale il museo conserva alcune tele inedite.
La Sacristia documenta anche l'azione
profonda esercitata dal convento dei Padri Cappuccini, ricco di storia e
di figure illustri. Completano la raccolta documenti del XVII secolo,
vesti liturgiche in seta e oro, la ricca e raffinata quadreria del XIX
secolo.
Ma chi era Santa Giusta?
Interno chiesa di Santa Giusta |
I
primi scritti sulla testimonianza cristiana di S. Giusta, insieme a molti
libri sacri e agli "Atti dei martiri", sono stati probabilmente
distrutti al tempo della persecuzione dell'imperatore Diocleziano nei
primi anni del IV secolo. Le notizie che sono giunte fino a noi sono il
frutto di una trasmissione orale nei secoli. Solo nel 1616 un canonico
arborense Antonio Martis scrisse in lingua spagnola un libro su S.Giusta,
dicendo di aver attinto le notizie da un antichissimo manoscritto latino
ritrovato negli archivi della cattedrale di Oristano. Questa
"biografia leggendaria" del Martis fu tradotta in italiano e
data alle stampe nel 1911 dal sacerdote Serafino Sanna, già parroco di S.
Giusta. Da queste fonti popolari e leggendarie si possono raccogliere
alcune note biografiche della Santa. S. Giusta nacque in Eaden - Othoca
(ora Santa Giusta) al tempo dell'imperatore Adriano (117-138). Sua
madre si chiamava Cleodonia, e pare fosse di ricca e nobile famiglia.
L'abitazione di Cleodonia era sita nei pressi dell'attuale Basilica.All'età
di dodici anni cominciò a frequentare le riunioni di catechesi tenute dal
presbitero (o vescovo) Ottazio (Octaten)
e aderì subito con entusiasmo al cristianesimo.Dallo stesso
sacerdote Ottazio ricevette il battesimo e cominciò a professare
apertamente la fede cristiana.Sua madre Cleodonia, fervente pagana, si
oppose alla conversione della figlia Giusta e ne ostacolò con ogni mezzo
la fede e la partecipazione alla vita della piccola comunità cristiana.
Ma invano. Allora, dice la tradizione popolare, la rinchiuse nel
sotterraneo della sua casa (corrispondente, come sito, all'attuale cripta
della Basilica) ricorrendo anche a inaudite violenze fisiche.Ma Giusta non
cedette né alle violenze né alle lusinghe della madre e rimase ferma
nell'adesione alla fede cristiana.Nel frattempo due ancelle di Cleodonia,
Giustina ed Enedina, vista la serena e coraggiosa testimonianza di Giusta,
abbracciarono anch'esse la fede cristiana e furono il confronto ed il
sostegno di Giusta.Le fonti della "biografia leggendaria" e
della tradizione popolare a questo divergono.Alcune dicono che Cleodonia
stessa, inviperita dall'atteggiamento sereno e risoluto della figlia, la
denunciasse al magistrato, insieme alle ancelle Giustina ed Enedina, come
cristiana. Il magistrato, constatata la irrevocabile adesione alla fede
cristiana delle tre ragazze, le avrebbe fatte uccidere mediante
decapitazione.Altre fonti dicono che Cleodonia, visto inutile ogni suo
tentativo di far recedere la figlia dalla fede cristiana, morisse di
crepacuore e che Giusta riprendesse con maggior fervore e con particolare
attenzione verso i poveri e gli umili, la pratica della vita cristiana.Ma
un giovane pagano, nobile e ricco di nome Claudio, l'avrebbe richiesta in
sposa, ed avendone avuto un netto rifiuto, perché Giusta si era
consacrata totalmente a Cristo, avrebbe cominciato a perseguitarla e
avrebbe anche tentato di rapirla con l'aiuto di maghi e stregoni.
Ma Dio
era al suo fianco per proteggerla, e tutti i tentativi di Claudio non
approdarono a nulla. A questo proposito la leggenda dice che gli stregoni
di Claudio, già sulle tracce di Giusta, furono sviati da una nebbia
fittissima e non riuscirono a portare a compimento il progetto del
rapimento (la spiegazione della nebbia di alcune mattinate di maggio).
Pulpito |
Particolari Chiesa Santa Giusta |
Il
culto per la santa si diffuse anche in altri centri della Sardegna: alla
sola S. Giusta sono dedicate ben undici chiese, e feste in suo onore si
celebrano in molti paesi (Calangianus, Loiri, Gesico, Chiaramonti, Uta
ecc.).
La
diocesi di Ales-Terralba venera le sante Giusta, Giustina ed Enedina come
patrone della medesima diocesi.È comunque in Santa Giusta, sua città
natale e luogo del suo martirio, che si celebrano le festività più
solenni il 14 maggio, ed il giorno 15 maggio anche le sante Giustina ed
Enedina, sono accomunate, nella venerazione popolare, a S. Giusta, patrona
della comunità parrocchiale e titolare della Cattedrale-Basilica.
- Dove:
- Calangianus (OT), Oratorio Del Rosario Via Rosario
- Orari: Su prenotazione
- Per informazioni:
- (+39) 339 34 69 370
- (+39) 347 18 84 456
The "Santa Giusta" Museum is located in the Our Lady of the Rosary
Oratory, adjacent to the Parish Church. This "sacristy" was inaugurated
in May 2001.
The Oratory of the Rosary, once officiated by the confraternity of
the same name, has recently undergone restoration works; as the seat of
the Diocesan Museum has been returned to use by the general public.
Visitors can admire the rich collection of sacred silver vessels,
dating from the 16th-18th centuries, including a remarkable monstrance
attributed to the Sassarian silversmith Raphael Alfani, the head of a
rare type of ceremonial staff, and a reliquary work by a Roman
silversmith.
The history of the Calangian community is illustrated through the
biographies of some illustrious ecclesiastics who’ s names are known
worldwide.
The Museum, through first-hand documentation, illustrates the
particularly intriguing story of the so-called "Damascus Affair": a
mystery of international politics, still unsolved today. The main
character of the mystery was Padre Tommaso da Calangianus, a cappuccino
friar, who lived for thirty-two years in a mission in Damascus, where he
was killed on February 5, 1840 in the Jewish ghetto.
Another important character from Calangianus was Father Bonaventura
Corda, a generous art patron who enriched the community with valuable
works of art. Among the artists from whom Father Bonaventura
commissioned works was Giovanni Marghinotti, the museum houses some of
his original works.
The Sacristy also documents the profound influence exercised by the
Cappuccini Monastery, rich in history and illustrious figures.
Documents from the XVII century, liturgical garments in silk and
gold, sophisticated 19th century paintings help to complete and enrich
the exhibition.
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