giovedì 17 marzo 2016

L'acquedotto romano di Sa Rughittùla - Olbia



di Durdica Bacciu
Ph: Durdica Bacciu
Video: Ass. ArcheOlbia

L’acquedotto di Olbia, monumento del periodo romano più significativo, trasportava l’acqua dalle sorgenti delle falde granitiche del Monte di Cabu Abbas fino alle terme della città, con un percorso quasi rettilineo di oltre 3 Km. Il tratto di acquedotto romano più conosciuto della città di Olbia è situato in località Sa Rughittùla.

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L’area si raggiunge passando il cavalcavia ferroviario che conduce alla zona industriale, dopo di che giunti alla rotatoria di Via dei Lidi si prende la terza  uscita e si entra in Via Mincio e dopo circa un chilometro si arriva al parcheggio antistante l’area archeologica. Il sito è recintato e comprende un ampio parco con panchine e dei pannelli esplicativi.  
L’acquedotto viene realizzato interamente tra il II e l’inizio del III sec. d. C e la tecnica edilizia impiegata nella costruzione appare omogenea nell’intero percorso; presenta una struttura a tratti in “opus arcuatum”, una costruzione fatta da arcate disposte in un solo ordine o in diversi ordini sovrapposti.
Il condotto delle acque giunge alla località di “Sa Rughittula” attraverso delle canalette sotterranee chiamate “spechi” e si inserisce in una vasca di decantazione detta “Piscina limaria”.

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Piscina limaria
 

Questa struttura è formata da due parti: la base, ora interrata, è composta da pietre affogate nel calcestruzzo, la sommità invece è composta da lastre di terracotta inserite nel calcestruzzo e intonacate con del coccio pesto usato come isolante. Il condotto detto speco entrava nella piscina limaria depositando fanghi e pietre e ne riusciva, sul fianco meridionale, passando sopra le arcate, alcune delle quali ora sono ancora intere mentre delle altre ora sono integrate con una struttura in ferro.


Il resto dell’acquedotto è segnato dall’allineamento dei piedritti, regolarmente distanti l’uno dall’altro e reggenti la struttura arcuata, la quale consentiva allo speco di superare il dislivello del terreno degradante da N verso S.

durdica bacciu
Piedritti
Quando il terreno assume un andamento più regolare, è possibile notare i resti di un muro pieno senza arcate sulla quale scorreva lo speco, interrotto alla fine dell’ottocento per la costruzione della linea ferroviaria.
Il continuo dell’acquedotto si può osservare nella vicina via Canova dove vi giungeva con una leggera pendenza calcolata per far defluire le acque. In alcuni casi questo calcolo era impreciso, tantoché in via Canova appunto si può osservare che il condotto originario venne obliterato in antico e rialzato allo scopo di correggere la pendenza.
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Tratto Via Canova


 Il restante percorso lo si può osservare in Via Nanni dove sopra un quartiere punico vennero eretti i piedritti dell’ultimo tratto dell’acquedotto, quello che giunge alle terme
 Si deve ricordare che durante il secondo secolo d.C. in numerose aree della Sardegna vengono realizzati nuove opere pubbliche oppure vengono ristrutturate quelle preesistenti, come ad esempio le terme e il primo impianto dell‟acquedotto a Nora, l‟acquedotto di Cagliari, di Tharros, l‟acquedotto e le terme di Neapolis e di Fordongianus, il restauro dell‟ acquedotto di Porto Torres. Pertanto è da inquadrarsi nello stesso periodo la costruzione dell’acquedotto di Olbia.

Fonte: Tesi di Laurea di Durdica Bacciu in Sc. dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico e archeologico, "L'urbanistica di Olbia in epoca romana" - Università degli Studi di Sassari - A.A. 2007/2008

Buona Visione: Acquedotto Romano di Sa Rughittùla - Olbia - ArcheOlbia DocuLab 2016 

 

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